«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza...
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». (Matteo 11,25-28)
Queste parole di Gesù offrono la migliore chiave di lettura
per comprende ed apprezzare nella luce più adatta le testimonianze che seguono.
Non è la bella forma di linguaggio a renderle preziose, ma il realismo d'un vissuto animato da profonda fede: vanno perciò accostate con pudore, rispetto e venerazione.
perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza...
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». (Matteo 11,25-28)
Queste parole di Gesù offrono la migliore chiave di lettura
per comprende ed apprezzare nella luce più adatta le testimonianze che seguono.
Non è la bella forma di linguaggio a renderle preziose, ma il realismo d'un vissuto animato da profonda fede: vanno perciò accostate con pudore, rispetto e venerazione.
Dal Trentino
Mia nonna veniva da Tesero fin qui a piedi tutti gli anni dopo la fienagione, in ringraziamento per il fieno raccolto. Quando poi un suo figlio andò soldato in Russia, ci veniva qui ancor più spesso e ottenne la grazia: il figlio tornò. * * * I miei genitori, quando si sposarono, vennero a piedi da Quadra di Bleggio. Ho potuto portare qui il mio vecchio papà che desiderava tornare al santuario: era il 23 settembre, morì due settimane dopo felice di avere fatto quel pellegrinaggio. * * * Ho studiato cinque anni per diventare missionario, poi mi hanno mandato a casa perchè avevo infiltrazioni nei polmoni: non avevo la salute necessaria. Un giorno sono venuto qui da solo e ho pregato così: "Dammi la salute per diventare prete e ti prometto che non accetterò nessuna festa per la mia prima messa, ma la verrò a celebrare qui". La grazia mi è state data, anzi anche un'altra: sono stato ordinato sacerdote in una chiesa dedicata alla Madonna di Caravaggio, come questa. * * * La mia mamma faceva il lungo pellegrinaggio da Bolognano d'Arco fin qui tutto a piedi. * * * Sono di Trodena in Alto Adige. C'erano tante persone del mio paese che venivano qui a piedi. Io ci sono venuta tredici volte: si partiva alle due del mattino, si saliva alla Cisa scendendo poi da Capriana fino ad attraversare l'Avisio e risalendo verso Brusago; un viaggio di circa dieci ore. Ho sempre dormito nella stessa casa, ci ospitavano tanto bene, li ricordo con riconoscenza. II viaggio di ritorno era per la stessa strada, con la stessa durata. * * * Questo nostro bambino, il quarto, ci fece tanto trepidare: l'ecografia nel periodo prima della nascita mostrava cinque punti che lo annunciavano bambino down. Ne bastano tre per essere down, pensare con cinque! Siamo andati in varie cliniche in Italia e all'estero: nessuno ci dava buone speranze. Abbiamo pregato, prima di allora non eravamo molto praticanti. Quando è nato non aveva nulla, proprio nulla. Eccolo qui: ha un anno e mezzo. * * * Nostro figlio ha avuto un incidente in moto, i medici gli pronosticavano i1 98% di invalidità. Invece ora sta bene, riesce bene nello studio, e tutti gli anni veniamo qui a ringraziare dal nostro paese che è vicino al passo Resia. * * * Quando morì il papà la mamma fece molta fatica con sette figli. Ero la più grande: 17 anni, andai presto a lavorare in Svizzera. Mi venne una ciste al dente. Ne soffrivo molto perchè le visite del medico costavano molto e così non potevo mandare a Casa i soldi come desideravo. Lo scrissi alla mamma. Lei andò alla Comparsa, mise una mano dentro il recinto che circonda le statue della Madonna e della pastorella, strappò un po’ di quell'erba e me la mando per lettera scrivendomi: tienila sulla guancia. Ho fatto come mi ha detto la mamma: dopo 3 giorni il male non c'era più. * * * Ho veduto il mio ex voto e ho pianto dalla commozione. Lo ha portato qui la mia mamma in ringraziamento per il miracolo fatto a me: avevo la peritonite fulminante perforata, con polmonite e ascesso. Il medico ha confermato che la mia guarigione è stata un miracolo.
* * * Ricordo il mio pellegrinaggio di quando siamo tornati dal Belgio, dove eravamo emigrati. Mio marito ha portato qui la lampada e il casco di minatore e lo ha appeso nella cappella degli ex voto. Intorno ci sono le testimonianze di tanti amici dell'Associazione Trentini nel mondo.
* * * Ho studiato cinque anni per diventare missionario, poi mi hanno mandato a casa perchè avevo infiltrazioni nei polmoni: non avevo la salute necessaria. Un giorno sono venuto qui da solo e ho pregato così: "Dammi la salute per diventare prete e ti prometto che non accetterò nessuna festa per la mia prima messa, ma la verrò a celebrare qui". La grazia mi è state data, anzi anche un'altra: sono stato ordinato sacerdote in una chiesa dedicata alla Madonna di Caravaggio, come questa.
* * * Sono di un paese vicino a Merano, siamo 10 figli nati tra il '30 e il '48 del secolo passato. L'ultimo aveva una malattia difficilissima, era in ospedale e aveva bisogno di molte trasfusioni, un brutto giorno i medici dissero che non c'era più nulla da poter fare. Un commerciante oriundo del Trentino ci parlò della Madonna di Pinè e lui stesso con la sua macchina si offrì di portare i genitori e il bambino al Santuario. Era un 26 maggio. Qui nel santuario il bambino se ne uscì con un grande grido, poi non ebbe più alcun male: era guarito. * * * Otto anni fa uscendo dal cimitero dopo il funerale di un figlio morto per un incidente, non ho voluto tornare subito a casa, ma mi sono fatta portare un mazzo di rose rosse, che erano state offerte per il funerale, e sono venuta qui davanti all’immagine della Madonna e ho detto: "Lo sai che io non sono capace di sopravvivere a questo mio dolore, allora aiutami, te ne prego". Da quel giorno questo santuario è la mia meta preferita. * * * |
Da tutt’Italia
La mia mamma abitava a Zanè in provincia di Vicenza e negli anni tra il '30 e il '40 veniva qui ogni anno a piedi insieme con tre o quattro persone. Aveva tanta fede (e per allevare dieci figli ce ne voleva tanta!). Facevano il valico della Fricca, dormivano nei fienili, impiegavano quattro giorni, a volte solo tre: partivano la mattina del venerdì e la sera della domenica arrivavano. * * * Ero in campo di concentramento in Germania e condannato a morte; feci voto alla Madonna e la condanna fu commutata. Sono qui dopo tanti anni a ringraziare ancora una volta la Madonna. * * * Sono calabrese; ho fatto il militare nel Trentino nel'83/84. Un giorno mi sono aggregato ad un gruppo di giovani del Trentino che venivano in pellegrinaggio al santuario. Ho sentito che la Madonna mi voleva aiutare. L'anno dopo capii che la mia strada era il sacerdozio; sono diventato prete nel '91. * * * Ero qui molti anni fa' quando arrivarono due sposi che portavano in braccio una figlioletta: avevano fatto a piedi tutto il pellegrinaggio da Cortina d'Ampezzo ed erano qui a ringraziare per la guarigione della bambina. * * * Siamo di Frassenè nell'Alta Valle d'Agordo. La nostra nonna veniva qui a piedi, insieme con altre donne del paese, qualche volta prendevano con sè anche qualche ragazzo. Ci venivano prima che cominciassero i grandi lavori della campagna; portavano con sè un sacchetto di patate e se le cuocevano lungo la strada. Era un viaggio lungo: una dozzina di chilometri per arrivare al passo, poi attraversavano la Valle di Primiero, facevano il Brocon, il Tesino, dormivano nei fienili. Questo viaggio lo facevano tutti gli anni. * * * Sono davvero impressionata: sono arrivata qui per caso, non sapevo che esiste Montagnaga, perchè sono del Veneto. Questa chiesa è dedicata a sant'Anna e qui è apparsa Maria: e io mi chiamo Anna Maria. La veggente è Targa di cognome: anch'io sono Targa. Una delle cinque apparizioni è stata il 10 settembre: io sono nata il 10 settembre. * * * Siamo di Forlì. Abbiamo trovato il vostro sito su Internet: è molto bello. Abbiamo visto che è un santuario dove si può trovare tanto raccoglimento, e abbiamo deciso di venire qui per una giornata di preghiera. * * * Sono dell'Italia Centrale, ci vengo tutti gli anni a ringraziare perchè una mia nipote era via da casa e da un anno non si sapeva proprio nulla di lei. Un giorno io ero qui a fare una preghiera per lei, nello stesso momento nella nostra parrocchia si faceva un triduo di preghiere per ottenere che tornasse. Quello stesso giorno, alla sera, lei tornò a casa. * * * Sono di Ferrara, il 4 agosto 2000 mi successe una cosa che cambiò la mia vita. Ero qui sul prato della Comparsa con mia moglie. Lei è praticante, io no: non mi confessavo da 15 anni. Al momento della Comunione non so come sia avvenuto: mi sono trovato nella fila delle persone che andavano a comunicarsi, e ho fatto la comunione. Ho sentito che dentro di me cambiava la vita, ritornava la fede. La mattina dopo mi svegliai e subito il pensiero corse a quello che avevo sentito in cuore. E pensai: se mi ha cambiato il cuore, mi avrà forse cambiato anche il corpo? Avevo una brutta malattia alla gamba, almeno ogni dieci metri dovevo fermarmi a riposare. Pensai: provo a vedere come va la mia gamba. Pian piano venni fuori dal letto e con grande meraviglia la gamba era sana, e non ho mai più avuto difficoltà. Sono andato a confessarmi per dire che mi ero comunicato senza aver prima fatto la confessione; e raccontai al confessore anche ciò che mi era accaduto. Lui mi disse: questo fatto lo racconti alle persone che possono ricavarne del bene. Da allora ogni 4 del mese io vado a confessarmi. * * * Siamo di Livorno, conoscevamo il santuario, ci eravamo venuti. Ma ora siamo qui a ringraziare: ero in mare sulla mia barca e stavo pescando. Sono stato speronato da un'altra barca e mi fu spezzata una gamba: avrei potuto annegare. Mia moglie per il grande spavento fu colpita da infarto. Oggi siamo qui tutti e due. La mia gamba è ancora molto sofferente. Eppure sono riuscito anch'io, insieme con mia moglie, a salire la Scala santa tutta in ginocchio. * * * Siamo stati qui a festeggiare i 25 anni di matrimonio, i 50, e oggi siamo felici di essere qui per i 60. Io mi ritengo miracolato: nel 1943 ero nel carcere di Verona, venni condannato a morte. Eravamo 18 nel carcere: uno era frate, padre Corrado, di Vicenza, arrestato perchè aveva accolto nel convento alcuni ebrei. L'esecuzione venne stabilita per le 4 del mattino. La sera prima mi confessai da padre Corrado, gli consegnai il testamento e una lettera per la mia sposa. Nel dormiveglia mi parve che mi venisse accanto la Madonna, e io le dissi: “Madonna, devi salvarmi, perché sono tuo figlio”. Al mattino mi venne detto che la sentenza veniva commutata: mi trasferivano al Carcere di Bolzano. Mi feci restituire il testamento e la lettera a mia moglie e li strappai: le domandavo perdono perchè, per via delle mie idee politiche la lasciavo sola con un bambino di 8 mesi. * * * Ho sempre manifestato sia in pubblico che in privato il mio immenso sentimento d'amore per la Madonna. Ci sono state varie circostanze in cui ho toccato con mano la presenza di Maria nella mia vita, come quando con mia moglie andammo al santuario della Vergine di Piné... Quel giorno infatti sentii che dentro di me era cambiato qualcosa. Era una domenica, in chiesa si celebrava la Messa e pensavo di non farcela a reggere la fila per ricevere la Comunione, in quanto le mie condizioni di salute dieci anni fa' erano molto precarie, a causa di un grave problema a una gamba. Camminavo infatti con il bastone per sorreggermi, ma all'improvviso avvertii una scossa, un brivido lungo la schiena, e istintivamente mi alzai, dirigendomi verso mia moglie e mi affiancai lei. La mattina dopo mi svegliai e pensai: vuoi vedere che la Madonna ha lasciato il suo segno? Tornammo a casa e chiesi subito un incontro al mio medico. Feci ulteriori accertamenti e scoprì che il problema era praticamente superato. Fui così emozionato che mi misi a piangere. Maria non mi aveva abbandonato e da quel momento la Madonna di Piné la porto sempre con me. * * * Sono un'insegnante della scuola secondaria che ha prestato servizio a Brugherio in provincia di Monza. Il 18 luglio di quest’anno (2024) una ragazzina che aveva concluso la terza media alla scuola di Brugherio, Giorgia, fu coinvolta con un’amica in un incidente mentre correvano in monopattino. Giorgia, entrata in coma, fu trasportata in elicottero all'ospedale Niguarda di Milano, gravissima, e ricoverata in neurorianimazione. Secondo i dottori, qualora si fosse risvegliata, i danni sarebbero stati comunque gravi. La ragazzina era giunta a Brugherio con la sua famiglia da San Giuseppe di Comacchio ed era stata ammessa a soli sette anni all’Accademia della Scala quale giovane promessa della danza. Si fecero molte preghiere, due veglie: a Brugherio e in Emilia Romagna, sua regione d’origine. Il 19 agosto io sono venuta al Santuario di Pinè, ho pregato e ho lasciato le mie intenzioni per iscritto sul libro di preghiera aperto nella cappella degli ex-voto: la prima era per Giorgia. La sera di quello stesso giorno, alle 18.30, Giorgia venne definitivamente dichiarata “fuori dal coma senza nessun problema fisico grave”. A renderlo noto è stata la madre: “Ha persino provato ad alzarsi in piedi, mi ha chiamato mamma, non si lamentava di alcun male; mi ha preso il telefono dalle mani perché avrebbe voluto chiamare suo fratello… Io davvero sto esplodendo dalla gioia e ringrazierò sempre tutti i medici e gli infermieri… e soprattutto quanti non ci hanno mollato un istante con le preghiere e la costante vicinanza”. |
Dall’Estero
Sono nativa della Svizzera, sposata negli Stati Uniti. La mia mamma è nata in Italia e sedici anni fa mi ha parlato di questo santuario. Una volta che sono venuta in Italia ho voluto visitarlo. Anche mio marito, che non era cattolico, ci veniva volentieri. Lui è morto da pochi mesi, ora sono voluta venire qui a pregare per questo primo Natale che vivrò da sola. * * * Sono rumena e da quando sono in Italia vengo spesso qui perche' una donna in Romania mi parlava di questo santuario. * * * Sono nata a Miola ed emigrata in Argentina cinquant'anni fa, abito a La Plata. Mio figlio, navigando su Internet, ha trovato tutto sul santuario: la storia, le devozioni, le preghiere. Ora anche lui vorrebbe fare un viaggio e venire qui, non è mai stato in Italia. * * * Ai tempi della guerra del '14 fui colpita dalla “spagnola”. La mia gemella, che era più forte di me, morì. Il mio papà mi portò in spalla da Rovereto fin qui in segno di riconoscenza perchè almeno io ero guarita. Siamo emigrati molti anni fa in Australia. Noi prima di partire venivamo qui a pregare la Madonna. E' un dono suo se ci è possibile vivere nella fede. * * * Sono italiana, ma mi sono sposata piů di 40 anni fa e ho sempre abitato in Germania. Mi è sempre rimasto nella memoria quello che la mamma ci diceva: io trovavo pace quando andavo alla Madonna di Pinè. E ho sempre desiderato arrivare al santuario che la mia mamma ricordava tanto bene. Ora questa grazia ce l'ho. Mio marito è tedesco, ma anche lui è contento di essere arrivato qui. * * * Sono di Stivor, un paesino jugoslavo dove si parla il dialetto trentino, perchè siamo discendenti di un gruppo di emigrati 130 anni fa. Erano diretti verso il Brasile ma sono stati truffati dagli organizzatori del viaggio, allora hanno trovato quel posto lontano. Però adesso abito a Belgrado e sono venuta qui in Italia per la prima volta, a far visita a miei conoscenti che si sono trasferiti nel Trentino. I nostri vecchi ci hanno trasmesso la devozione alla Madonna e l'amore al Santuario di Pinè. Vorrei lasciare qui un pizzo fatto a mano: spero che serva, magari per una tovaglia dell'altare. * * * Sono nato nel Trentino e a 5 anni emigrai verso l'Argentina. I miei genitori mi hanno dato l'esempio di devozione alla Madonna, mi parlarono del santuario di Pinè. Alcuni anni fa ebbi una grava malattia di cuore e un'operazione difficile, allora ho pregato la Madonna di Pinè. Da allora in poi ho sempre desiderato arrivare qui: oggi questa grazia ce l'ho. * * * Sono sessantacinque anni che arrivai qui dopo un pellegrinaggio con i miei amici studenti del seminario di Lonigo: sette giorni per venire e otto per tornare, tutti a piedi, dormivamo nelle cascine. Sto qui in Trentino alcuni giorni poi torno in Albania dove sono stato missionario. Ho 87 anni; chiedo alla Madonna di continuare lì la mia missione.
* * * Da quasi 60 anni sono missionario in Brasile. In questi anni trascorsi qui mi ha commosso trovare tante chiese che ricordano la Madonna di Pinè. Vi dico solo di Farraupilha, che inizialmente si chiamava Nova Vicenza. Lì c'è un santuario al quale molti vengono a piedi o con i carri. Io dico sempre alla gente: sapete perchè qui in Brasile ci sono tanti santuari, chiese, e capitelli e quadri, che ricordano quelli dell'Italia? perchà la Madonna quando ha visto partire i migranti ha deciso di partire con loro.
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