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SANTUARIO DELLA MADONNA DI PINE'
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il Santuario

La Chiesa principale 

Fino al 1730 era una piccola e semplice chiesetta di paese, sufficiente a una Comunità che non contava più di una ventina di nuclei familiari. Era (ed è rimasta anche dopo i successivi ampliamenti) dedicata a S.Anna, madre della Vergine Maria.
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Foto
L'altare maggiore con la pala di S.Anna e il catino absidale con l'affresco dell'apparizione alla Comparsa
FotoApparizione della Beata Vergine a Caravaggio. Immagine taumaturga, emblema del santuario.

Secondo la tradizione del Santuario,
​in questa cappella ebbero luogo
​la 2°, la 3° e la 5° Apparizione a Domenica Targa.
 Due ampliamenti in un secolo e mezzo
 
Dopo le apparizioni della Vergine a Domenica Targa (1729 e 1730), attorno all’immagine della Madonna la devozione popolare crebbe con tale rapidità e misura, che qualche tempo dopo quella chiesetta divenne insufficiente a contenere i devoti ed i pellegrini che vi accorrevano. Fu necessario pensare ad una chiesa più vasta; i lavori, iniziati nel 1730, durarono una decina d’anni.
Il 26 maggio 1751 il nuovo tempio venne consacrato dal principe vescovo di Trento mons. Leopoldo Ernesto Firmian (un suo ritratto nell'attuale sacrestia ne ricorda l’evento).
 Oltre un secolo dopo, dal 1880 al 1887, il rettore del Santuario don Francesco Maria Setti promosse un nuovo ampliamento, su disegno dell'architetto Luigi Liberi; la lunghezza venne portata a trentadue metri e la larghezza a venticinque, in tal modo la chiesa assunse la forma che vediamo attualmente.
 Il santuario venne solennemente riconsacrato il 16 ottobre 1881 dal Principe Vescovo di Trento GianGiacomo della Bona (anche di questo evento esiste ricordo in sacrestia in forma di ritratto).
Altri lavori vennero eseguiti nel 1929, per il secondo centenario delle apparizioni; da notare la calotta dell’abside, affrescata dal veneziano Duilio Corompai, che rappresenta la prima apparizione della Madonna nel bosco della Comparsa e l'accorrere di pellegrini di ogni condizione in compagnia di ecclesiastici del tempo (il Patriarca di Venezia, Lafontaine, il Principe Vescovo di trento, Celestino Endrici, il Rettore del Santuario di allora).
 
L’altare maggiore in marmo policromo è dedicato a sant’Anna. Sullo sfondo dell’abside si ammira la pala della Santa, pregevole opera di Francesco Unterperger di Cavalese (1706- 1776) datata 1747.
 Nel transetto destro, rivolto verso oriente, vi è l’altare con l’immagine taumaturga della Vergine Maria nella sua apparizione a Caravaggio; secondo la tradizione sarebbero stati richiesti dalla Madonna a Domenica Targa durante la seconda apparizione (26 maggio 1729) e, sempre stando alla tradizione, la Vergine stessa li avrebbe benedetti nel contesto della sua apparizione successiva  (8 settembre 1729).
 Nel braccio sinistro è collocato il terzo altare, dedicato alla Madonna del Carmine e a S. Antonio. Nel punto dove i due bracci si incrociano, si innalza la cupola, terminata nel 1737, la cui copertura in rame fu asportata dal governo austriaco durante la guerra 1914-1918. L’interno della chiesa è decorato da 16 grandi tele racchiuse in cornici lavorate a stucco, opera di vari autori del sec. XVII, XVIII e XIX. La maggior parte di esse rappresentano momenti della vita di Maria, desunti sia dai vangeli canonici che dagli apocrifi, e offrono un interessante itinerario di catechesi illustrata sul ruolo della Vergine nella Storia della salvezza e nella vita dei cristiani.
Nella sala degli ex-voto (sul lato Est) sono conservate moltissime testimonianze dell’amore provvidenziale della Madonna verso i suoi figli. Gli ex voto più antichi risalgono al XVIII secolo; nel corso di 280 anni di storia, il Santuario di Pinè ne ha raccolti oltre 7.000. Qui è conservato anche il quadro originale della Madonna di Caravaggio, portato a Montagnaga da Giacomo Moser in uno dei suoi pellegrinaggi al celebre santuario lombardo (vedi: Apparizioni).


Foto

L'incoronazione della Madonna di Caravaggio in Pinè (11 agosto 1894)
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 Nell'agosto 1893 il Principe Vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi (1886/1903), venuto in visita a Montagnaga, decise di richiedere da Roma la facoltà necessaria per incoronare solennemente l'immagine miracolosa della Madonna di Pinè. In questo modo si sarebbe dato "un novello tributo di riconoscenza alla Vergine" per le numerose grazie e guarigioni. Tradizionalmente il Capitolo della Basilica di S. Pietro in Vaticano accorda solo a due immagini di Maria ogni anno in tutto il mondo l'onore dell'Incoronazione. La supplica del Vescovo di Trento, alla quale fu allegata anche una breve e fedele narrazione sull'origine e sull'incremento del Santuario di Pinè, fu esaudita. Così l’11 agosto 1894 L’immagine della Madonna venne incoronata dal suddetto Pastore diocesano, in concelebrazione con altri quattro vescovi. La corona, pregiato lavoro dell’orafo trentino Giacomo Piller, contiene 4 grossi brillanti, 204 diamanti, 4 turchesi, 16 topazi, 10 ametiste, 69 almandini, 1086 perle. In quell’occasione papa Leone XIII (1878-1903) donò al santuario di Pinè un prezioso reliquiario e la chiesa si arricchì di un ottimo organo. Nelle solennità viene esposto all'altare della Madonna il palliotto fatto eseguire nel 1894 per la festa dell’incoronazione: dei cinque quadri che lo compongono, rappresentanti le apparizioni della Vergine a Domenica Targa, i tre centrali (che ricordano quelle avvenute in chiesa) sono ricamati, mentre gli altri due (che rappresentano le apparizioni avvenute nel bosco) sono dipinti su seta. Un grande quadro ad olio in sacrestia riporta i ritratti dei vescovi che presero parte ai cinque giorni di feste per l’incoronazione.
La corona oggi presente normalmente sul quadro rappresenta una semplice copia lignea dorata mentre quella originale viene custodita in un caveau ed è esposta per l'incoronazione del quadro, solamente  in speciali occasioni commemorative di anniversari e festeggiamenti.

Foto
La Madonna addolorata

Al centro della penitenzieria è collocato un pregiato gruppo ligneo della Pietà con il cuore di Maria trafitto da 7 spade. Questo simbolo rappresenta l'antica devozione ai sette dolori di Maria raffigurati in questo gruppo con altri sei bassorilievi:

- ​La fuga in Egitto della Sacra famiglia
- Profezia dell'anziano Simeone sul Bambino Gesù
- Smarrimento di Gesù Bambino al Tempio
- L'incontro di Maria e Gesù lungo la Via Crucis
- Maria ai piedi della croce dove Gesù è crocifisso
- (Sopra l'altare: Maria accoglie nelle sue braccia Gesù morto. La Pietà)
- Maria assite alla tumulazione di Gesù nel sepolcro.


L'intera opera è attribuita a Ferdinando Stuffleser di S.Ulrico di val Gardena (1901)



Le grandi tele che decorano l'interno del santuario

L'interno della chiesa è decorato da 17 grandi tele racchiuse in cornici lavorate a stucco: sono opera di vari autori dei secoli 18° e 19°. Iniziando da destra, per chi entra dal portale principale, sono visibili seguendo quest'ordine:

                                                                                           Anche i pennacchi insegnano

I pennacchi che decorano la cupola, là ove posa sulla crociera, raffigurano simbolicamente le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza.
La Prudenza: il serpente e lo specchio rappresentano la tentazione e il compasso invita ad agire con misura.
La Giustizia: una bilancia, una squadra, una corona d'alloro, una spada (allusione alla giustizia umana), una stola (richiamo a quella divina)
La Fortezza: una solida colonna che poggia sulla testa d'un leone
La Temperanza: colombe alla fontana si abbeverano non con ingordigia ma a piccoli sorsi.
Foto

​Montagnaga di Pinè
Principale Santuario mariano
dell'Arcidiocesi di Trento

Foto
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