NEL SALIRE LA SCALA SANTA
1. Con la guida dei Profeti
2. Con la guida del Vangelo
3. Con la “Preghiera di Gesù”
4. Con i poeti dell'epoca moderna
* * *
2. Con la guida del Vangelo
3. Con la “Preghiera di Gesù”
4. Con i poeti dell'epoca moderna
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1. Con la guida dei Profeti
Si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge la Parola di Dio riportata nel brano profetico e si recita la preghiera che lo segue.
1
Così parla il SERVO (Gesù):
«Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». (Isaia 49,4)
Gesù, Servo di Dio e degli uomini, quando sperimentiamo l’ingratitudine, non permettere che rinunciamo ad amare.
2
«Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi». (Isaia 50,6)
Signore, violenze e soprusi abbondano nel mondo: insegnaci a rispondere al male con il bene.
3
Dice il profeta: «Molti si stupirono di lui perchè il suo aspetto era troppo sfigurato per essere ancora quello d’un uomo» (Isaia 52,14)
Per ridarci la nostra dignità perduta hai preso su di te i nostri peccati. Grazie, Gesù!
4
«Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere». (Isaia 53,2)
Ricordaci, Redentore, che le apparenze passano: solo l’amore vero è eterno e non tramonta mai.
5
«Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima». (Isaia 53,3)
O Cristo, in ogni esperienza di rifiuto o di dolore non saremo mai più soli: tu ci sarai sempre, solidale accanto a noi.
6
«Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato». (Isaia 53,4)
Tu, l’Onnipotente, prostrato dai nostri mali: guariscici dall’egoismo, sanaci dalla presunzione.
7
«Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità». (Isaia 53,5)
Quando non vediamo più i nostri peccati, aprici gli occhi, Signore! Illumina il nostro cuore!
8
«Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti». (Isaia 53,5)
Sei risorto, ma le tue piaghe son rimaste aperte: lasciaci entrare in esse, Gesù, dacci rifugio.
9
«Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada… ». (Isaia 53,6)
Buon Pastore, Gesù, tu ci conosci. Ci hai comprati a prezzo della vita. E siamo tuoi.
10
«Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca». (Isaia 53,7)
Solo per insegnare aprivi bocca. E consolare. Sulle tue labbra mai parole d’odio, ma di perdono.
11
«Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca». (Isaia 53,7)
Non la debolezza ma la forza ti ha reso mite. Agnello di Dio, facci assomigliare a te!
12
«Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte». (Isaia 53,8)
Sii vicino agli oppressi, alle vittime innocenti. E cambia i cuori di pietra in cuori di carne.
13
«Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità». (Isaia 53,11)
Benedetto sei tu, o Cristo: portando su di te le nostre colpe, da peccatori ci rendi giusti. E ci ridoni vita.
14
«Ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli». (Isaia 53,11)
Figlio di Dio, ti sei spogliato di tutto ciò che è tuo, per rivestire noi di dignità e di grazia.
15
Egli sospira: «Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere. È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore. (Lamentazioni 3,17-18)
Tu, che hai toccato il fondo dell’angoscia, vienici incontro nell’ora delle tenebre.
16
«Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno. Ben se ne ricorda la mia anima e si accascia dentro di me». (Lamentazioni 3,19-20)
Hai provato tutto ciò che è nostro. Perciò tu sei l’Emmanuele: il Dio-con-noi.
17
«Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie». (Lamentazioni 3,21-22)
Le nostre speranze sono passeggere, Signore; ma la tua misericordia no: è eterna.
18
«Il mio occhio piange senza sosta e non ha pace, finché non guardi e non veda il Signore del cielo». (Lamentazioni 3,49-50)
Quando anche i nostri occhi piangono lacrime, fa’ che diventino più limpidi: per vederti, Signore!
19
«Mi hanno dato la caccia come a un passero... Mi hanno chiuso vivo nella fossa e hanno gettato pietre su di me». (Lamentazioni 3,52-53)
Da disumani, facci diventare umani, o Dio, tu che ti sei fatto uomo tra i poveri e gli umili.
20
«Sono salite le acque fin sopra il mio capo; ho detto: «È finita per me». Ho invocato il tuo nome, Signore, dal profondo». (Lamentazioni 3,54-55)
Tu che hai provato l’abisso dell’angoscia, poni un limite a ogni umana disperazione. E metti sulle nostre labbra il tuo nome, Signore.
21
«Tu hai udito il mio grido. Tu eri vicino quando t’invocavo, e hai detto: «Non temere!». (Lamentazioni 3,56-57)
Nessun cuore si stanchi di pregarti, o Dio. Ripeti ancora, a me, a noi, a tutti: Non temere!
22
Dice il Signore: «Io traevo il mio popolo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ma essi non compresero che avevo cura di loro». (Osea 11,4)
Sciogli il gelo dal nostro cuore, dona luce agli occhi, fa’ che vediamo i segni del tuo amore, della tua inesauribile bontà.
23
«Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo». (Osea 11,7)
Noi lo solleviamo, o Cristo, e ti vediamo crocifisso. Non passi giorno senza che guardiamo in alto.
24
Dice il Signore: «Come potrei abbandonarti, popolo mio? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione». (Osea 11,8)
Dopo che la lancia ti ha trafitto il cuore, tu sai compatire ogni nostro male. E ci consoli.
25
«Le nostre iniquità lo provano: abbiamo peccato contro di te, Signore. Eppure tu sei in mezzo a noi, perciò: non abbandonarci!». (Geremia 14,7)
Passano i tempi, mutano i costumi, ma la tua Croce è salda. Resta con noi, Signore!
26
«Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà. Ma per il tuo nome non respingerci. Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi». (Geremia 14,20-21)
Non siamo affidabili, Gesù, ma tu non vieni meno alla parola data. Eterno è il tuo amore per noi.
27
Dice il Signore: «Riverserò sopra tutti i popoli uno spirito di grazia e di consolazione. Guarderanno a me: colui che hanno trafitto». (Zaccaria 12,10)
Hai reclinato il capo e hai dato a noi il tuo Spirito. La nostra vita sia la sua dimora: allora cammineremo sui tuoi passi.
28
Dice il Signore: «Se mi chiederanno: “Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani?”, io risponderò: “Queste le ho ricevute in casa dei miei amici”». (Zaccaria 13,6)
“Non vi chiamo più servi, ma amici” hai detto. ì, c’è anche la nostra firma in quelle piaghe… Tienile aperte, Gesù! E fa’ sgorgare generosa la tua misericordia.
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
2. Con la guida del Vangelo
La si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge il breve brano evangelico e si prega con le parole che lo seguono.
1.
Durante l’ultima Cena disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». (Matteo 26,20-22)
Te lo chiedo anch’io, Signore: “Sono forse io?” Perdona se ho preferito i miei interessi a te e al tuo Vangelo.
2.
Giunto all’orto degli ulivi, Gesù prese con sé Pietro Giacomo e Giovanni; cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «Restate qui e vegliate con me». (Matteo 26,37-38)
Mi è spontaneo pregarti nel bisogno. Insegnami a stare con te anche per amicizia, Gesù
3.
Venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse: «Non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione». (Matteo 26,40-41)
Pur nella fragilità e nella debolezza, tu hai vinto. Sostienimi. Non abbandonarmi nell’ora della tentazione.
4.
Entrato nella lotta, Gesù pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. (Luca 22,44)
Nella vita si affrontano molte difficoltà. Signore, insegnami a lottare anche per restare fedele a te.
5.
Giuda, il traditore, si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Maestro!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». (Matteo 26,49-50)
Tu chiami “amico” anche chi ti tradisce, Signore. Fa’ che le mie parole e le mie azioni siano sempre limpide e sincere.
6.
Quelli che erano stati mandati dai capi dei sacerdoti e del popolo misero le mani su Gesù e lo arrestarono. Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. (Matteo 26,50.56)
Discepoli sono quelli che ti seguono, o Cristo. Io mi chiamo con il tuo nome: non permettere che ti abbandoni.
7.
Condussero Gesù dal sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano ed entrò nel cortile. Uno lo vide e disse: «Anche questi era con lui». Ma Pietro rispose: «Non so quello che dici». E in quell’istante un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro (Luca 22,54-61)
Aveva peccato per presunzione, ma tu l’hai guardato con misericordia. Posa quel tuo sguardo anche su di me, Signore, e perdonami.
8.
Condussero Gesù da Pilato e lo accusavano. Pilato lo interrogò; poi disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in lui alcun motivo di condanna». Ma essi gridarono tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Libera Barabba!». (Luca 23,1-4.18)
Quando il mondo preferisce il male al bene, la menzogna al posto della verità, ridesta la mia coscienza, o Gesù, e fa’ che io prenda le distanze.
9.
Pilato voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso. (Luca 23,20-23)
E’ facile schierarsi con quelli che gridano di più. Tu, Signore, ricordami che il bene e la verità non fanno mai chiasso.
10.
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati gli posero sul capo una corona di spine e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. (Giovanni 19,1-3)
Flagellato, coronato di spine, schiaffeggiato: tu, nostro Re! Figlio di Dio, Gesù, sii per me l’unico Sovrano, il mio vero Signore!
11.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse: «Ecco l’uomo!». (Giovanni 19,4-5)
Tu, Gesù, sei l’unico uomo degno di questo nome. Insegnami tu la vera umanità e fa’ che io ne sia testimone.
12.
Pilato, visto che non otteneva nulla, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla… Rimise in libertà Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. (Matteo 27,24.26)
Di fronte alle ingiustizie e ai soprusi, Signore, non permettere che anch’io me ne lavi le mani o ti baratti con Barabba.
13.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Luca 23,26)
Quale che sia la croce che anch’io devo portare, mi consola il poter camminare dietro di te, Gesù.
14.
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo… Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. (Luca 23,27.32)
Le moltitudini si muovono solo per motivi eccezionali: qui l’eccezionale sei tu, Figlio di Dio, trattato come un malfattore.
15.
Quando giunsero sul Golgota, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». (Luca 23,33-34)
Ma è proprio vero che non sanno quello che fanno? Signore, rendi anche me capace di comprensione e di perdono.
16.
I passanti lo insultavano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se è il re d’Israele, scenda dalla croce: crederemo in lui!». (Matteo 27,39.43)
Avresti potuto scendere, ma non l’hai fatto… Grazie, Gesù:come potrei dubitare del tuo amore?
17.
Uno dei malfattori gli disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi sarai con me nel paradiso». (Luca 23, 39.42-43)
Se il primo ad arrivare a destinazione con te è stato un malfattore, allora posso confidare anch’io: Signore, preparami un posto nel tuo paradiso.
18.
I soldati poi presero le sue vesti e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». (Giovanni 19,23-24)
Nudo sei venuto nel mondo e nudo te ne vai…Ma quella tunica - la tua Chiesa - ora è stracciata: ripàrala, Signore!
19.
Gesù, vedendo sua madre, e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
«Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo se la prese a cuore (Giovanni 19,25-27)
Ce l’hai lasciata come madre e ci hai affidati a lei come figli. Grazie, Gesù: fa’ che anch’io me la prenda a cuore.
20.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra… Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». (Marco 15,33-34)
Anche la tua fiducia è stata scossa dal dubbio, ma sulle tue labbra è diventato preghiera. Insegnalo anche a me, Signore.
21.
Il sole si era eclissato. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». (Luca 23,45-46)
Dio nessuno l’ha mai visto: tu ci hai detto che è nostro Padre. Fa’ che anch’io, senza alcun timore, possa consegnarmi alle sue buone mani.
22.
Sapendo che tutto era compiuto, Gesù disse: «Ho sete». Posero una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
(Giovanni 19,28-29)
Non basta l’aceto, Gesù. E’ della mia fede in te che hai sete. E tu, assetato, farai sgorgare per me una sorgente d’acqua viva.
23.
Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Giovanni 19,30)
Cosa potevi fare di più per me che non l’abbia fatto? Anche lo spirito che ti animava ci hai donato: grazie, Signore!
24.
Il centurione, che si trovava là, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». (Marco 15,39)
Anche morendo hai rivelato Dio. Gesù, fa’ che dal tuo morire io impari a vivere.
25.
Vedendo che Gesù era morto, uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. (Giovanni 19,33-34)
Fianco squarciato il tuo e cuore aperto: tu non hai più segreti. Come potrò diffidare del tuo amore? Ti prego, o Cristo, aumenta la mia fede.
26.
Giuseppe d’Arimatea, comprato un lenzuolo, depose il corpo di Gesù dalla croce, ve lo avvolse e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. (Marco 15,46)
Nuovo il lenzuolo, nuovo il sepolcro, e nuovo colui che vi è deposto. Padre di Gesù e Padre nostro: ecco la mia vita. Ti prego, falla nuova.
27.
Il primo giorno della settimana, le donne si recarono al sepolcro… Due uomini dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto».
(Luca 24,1-6)
Tu, con il tuo operare, ci precedi sempre e ci sorprendi, o Dio. Lo splendore del Figlio tuo risorto vinca anche in me le ombre della morte.
28.
Le donne abbandonarono in fretta il sepolcro… Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi! Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». (Matteo 28,8-9)
Galilea: terra della vita quotidiana, appesantita da fatiche e da apprensioni… E’ là che mi attendi ormai. Làsciati incontrare, Gesù, mio amato Signore, vivente per sempre!
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
3. Con la “Preghiera di Gesù”
La “Preghiera di Gesù”, molto nota e familiare ai cristiani d’Oriente, è costituita dalla ripetizione incessante di queste brevi parole: “Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!”.
La Scala santa la si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si prega con le parole riportate qui di seguito .
.1.
Tu sei il Verbo fatto carne, venuto ad abitare in mezzo a noi. Quel Dio che nessuno ha mai visto, tu ce l’hai fatto conoscere.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
2.
Tu sei l’Agnello di Dio che porti su di te i peccati del mondo: li annienti nella tua morte, perché noi possiamo avere la vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
3.
Tu sei mite e umile di cuore e dai ristoro agli stanchi e agli oppressi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
4.
Tu sei sorgente d’acqua viva: chi crede in te non avrà mai più sete in eterno.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
5.
Tu sei il pane vivo disceso dal cielo perché chi ne mangia non muoia, ma abbia la vita eterna.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
6.
Tu sei la luce del mondo: chi ti segue non cammina nelle tenebre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
7.
Tu sei la porta delle pecore, chi entra attraverso te sarà salvato.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
8.
Tu sei il buon Pastore,
conosci le tue pecore e per esse dai la tua vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
9.
Tu sei la risurrezione e la vita. Chi crede in te, anche se muore, vivrà; e chi vive e crede in te non morirà in eterno.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
10.
Tu sei il chicco di grano, caduto nella terra: muore e produce molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
11.
Tu sei stato innalzato sulla croce per attrarre a te tutta l’umanità.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
12.
Tu sei il Maestro, il Signore, che si cinge il grembiule e lava i nostri piedi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
13.
Tu sei la via, la verità, la vita. Per mezzo di te noi arriviamo al Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
14.
Tu sei la vite e noi i tralci. Se rimaniamo in te, e tu in noi, porteremo molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
15.
Tu sei re, ma il tuo regno non è di quaggiù. Sei venuto in questo mondo per dare testimonianza alla verità.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
16.
Chi potrà mai separarci dal tuo amore? Tu sei morto e sei risorto, stai alla destra di Dio e intercedi per noi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
17.
Eri morto, ma sei ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
18.
Tu, crocifisso, sei scandalo per i Giudei stoltezza per i pagani, ma per coloro che credono sei potenza e sapienza di Dio.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
19
Tu sei la nostra pace: per mezzo della croce hai eliminato ogni inimicizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
20.
Tu non hai ritenuto un privilegio l’essere come Dio, ma hai svuotato te stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
21.
Hai umiliato te stesso, facendoti obbediente fino alla morte di croce. Per questo Dio ti ha esaltato e ti ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
22.
Tu hai pacificato, per mezzo della tua croce, le cose che stanno sulla terra e quelle che stanno nei cieli.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
23.
Con te siamo stati sepolti nel Battesimo. Con te siamo anche risorti, per la fede nella potenza di Dio che ti ha risuscitato dai morti.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
24.
Ti sei fatto in tutto simile a noi, e per aver patito sei divenuto il nostro sommo Sacerdote, che sempre intercede per noi presso il Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
25.
Insultato, non rispondevi con insulti; maltrattato, non minacciavi vendetta, ma ti affidavi a Colui che giudica con giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
26.
Tu hai portato i nostri peccati nel tuo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
27.
Tu sei Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue. Hai fatto di noi un regno, sacerdoti per il tuo Dio e Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
28.
Tu sei il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Eri morto, ma ora vivi per sempre, e hai le chiavi della morte e degli ìnferi. Tu sei la stella radiosa del mattino.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
4. Con i poeti dell'epoca moderna
Si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge il testo poetico e ci si sofferma a riflettere per qualche istante.
1.
Lo scintillìo di lontane stelle un’indifferente
luce gettava alla curva della strada.
La strada aggirava il Monte degli Ulivi,
giù, sotto di lei, scorreva il Cedron.
In fondo c’era un orto, un podere.
asciàti i discepoli di là dal muro,
disse loro: «L’anima mia è triste fino alla morte,
rimanete qui e vegliate con me».
(Boris Pasternak)
2.
E aveva appena parlato che, chissà da dove,
ecco una folla di servi, una turba di schiavi,
luci, spade e, davanti a tutti, Giuda
col bacio del tradimento sulle labbra.
…il libro della vita è giunto alla pagina
più preziosa d’ogni cosa sacra.
Ora deve compiersi ciò che fu scritto,
lascia dunque che si compia… Amen
(Boris Pasternak)
3.
Abbiamo bisogno di te,
di te solo e di nessun altro.
Tu solo, che ci ami,
puoi sentire per noi tutti che soffriamo
la pietà che ciascuno di noi sente per se stesso.
Tu solo puoi sentire quanto è grande,
incommensurabilmente grande, il bisogno che c’è di te,
in questo mondo, in questa ora del mondo.
(Giovanni Papini)
4.
Vedo ora nella notte triste,
imparo,
so che l’inferno s’apre sulla terra
su misura di quanto l’uomo si sottrae,
folle,
lla purezza della Tua passione.
Fa piaga nel Tuo cuore
la somma del dolore
che va spargendo sulla terra l’uomo;
il Tuo cuore è la sede appassionata
dell’amore non vano.
(Giuseppe Ungaretti)
5.
Cristo,
pensoso palpito,
astro incarnato nelle umane tenebre,
fratello che t’immoli
perennemente
per riedificare
umanamente l’uomo.
Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello
e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
per liberare dalla morte i morti
e sorreggere noi infelici vivi.
D’un pianto solo mio non piango più,
ecco, Ti chiamo,
Santo,
Santo, Santo che soffri.
(Giuseppe Ungaretti)
6.
Tutti hanno bisogno di te,
anche quelli che non lo sanno,
e quelli che non lo sanno, assai più di quelli che sanno.
L’affamato s’immagina di cercare il pane
e ha fame di te;
l’assetato crede di voler l’acqua
e ha sete di te;
il malato s’illude di sperare la salute
e il suo male è l’assenza di te.
(Giovanni Papini)
7.
Padre mio, mi sono affezionato alla terra quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
(Mario Luzi)
8.
…È solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
(Mario Luzi)
9.
…La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa:
mi sovvengono i piccoli dell’uomo, gli alberi, gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna. (Mario Luzi)
10.
Vogliamo veder quegli occhi
che passano la parete del petto e la carne del cuore,
e guariscono quando feriscono collo sdegno,
e fanno sanguinare quando guardano con tenerezza.
E vogliamo udire la tua voce
che sbigottisce i demoni da quanto è dolce
e incanta i bambini da quanto è forte.
(Giovanni Papini)
11.
In tutta la Tua lunghezza, Signore, ti stendi sulla Croce.
Ecco…Perfetto...Non c’è che dire, è fatta per Te.
La tieni tutta, e per essere sicuro d’aderirvi meglio,
lasci gli uomini inchiodarTi con cura.
Signore, è un lavoro ben fatto, coscienzioso.
Ora combaci perfettamente ...
Dovevi raggiungere tale precisione...
Non muoverti più.
Così, o Signore, debbo riunire corpo, cuore e spirito.
Ed in tutta la mia lunghezza distendermi sulla Croce del momento presente.
(Michel Quoist)
12.
Non ho il diritto di scegliere il legno della mia passione.
La Croce è pronta, su misura.
Tu me la presenti ogni giorno,
ogni minuto ed io debbo occuparla.
Non è facile, o Signore,
l momento presente è tanto limitato,
non c’è tempo di guardarsi attorno.
Pure, o Signore, non t’incontrerò altrove, mi aspetti là;
là insieme salveremo i nostri fratelli.
(Michel Quoist)
13.
Tu sai quanto sia grande in questo tempo,
il bisogno del tuo sguardo e della tua parola.
Tu sai bene che un tuo sguardo può travolgere
e mutare le nostre anime,
che la tua voce
ci può trarre dallo stabbio della nostra infinita miseria;
tu sai meglio di noi
che la tua presenza è urgente e indifferibile
in questa età che non ti conosce.
(Giovanni Papini)
14.
Perché hai gridato
che ti lasciava
se era tuo padre
e t’amava?
Hai voluto morire
come uno che volesse
qualcosa dimostrare.
Ma tu dovevi soltanto vivere
e amare.
(G.Testori)
15.
Ecco che egli veramente si avvia
al luogo dove nessuno può andare con lui.
Stasera riceverà sul corpo nudo
la pioggia della rugiada
e il riso celeste degli astri immortali;
la sua forma affabile si irrigidirà a poco a poco in forma di croce.
Intanto i soldati si divideranno ai suoi piedi le vesti rubate,
tirando a sorte con un colpo di dadi la tunica senza cuciture.
(Angelo Romano)
16.
Sei venuto, la prima volta, per salvare;
nascesti per salvare;
parlasti per salvare;
ti facesti crocifiggere per salvare;
la tua arte, la tua opera, la tua missione, la tua vita
è di salvare. E noi abbiamo oggi,
in questi anni che sono un condensamento,
un accrescimento incomparabile d’orrore e dolore,
abbiamo bisogno, senza ritardi, d’esser salvati!
(Giovanni Papini)
17.
“E pure il tuo figlio
il divino tuo figlio, il figlio
che ti incarna, l’amato
unico figlio uguale
a nessuno, anche lui
ha gridato
alto sul mondo:
‘Perché?"
(David M.Turoldo)
18.
Era l’urlo degli oceani
l’urlo dell’animale ferito
l’urlo del ventre squarciato
della partoriente
urlo della stessa morte:
‘perché?’
E tu non puoi rispondere
non puoi...
Condizionata onnipotenza sei!
pretendere altro è vano.
(David M.Turoldo)
19.
T’invocava con tenerissimo nome:
la faccia a terra
e sassi e terra bagnati
da gocce di sangue:
le mani stringevano zolle
di erba e fango:
ripeteva la preghiera del mondo:
‘Padre, abbà, se possibile’ ...
Solo un ramo d’olivo
dondolava sopra il suo capo
a un silenzioso vento ... (David M.Turoldo)
20.
Ma non una spina Tu
gli levasti dalla corona.
Trafitto anche il pensiero:
non può, non può lassù
il pensiero non sanguinare!
Oh, le ferite della mente!
(David M.Turoldo)
21.
E non una mano
gli schiodasti dal legno:
che si tergesse
dagli occhi il sangue
e gli fosse dato
di vedere
almeno la Madre
là
sola ...
(David M.Turoldo)
22.
Perfino potenti
e maestri di ferocia
e gente, al vederlo
si coprivan la faccia.
E lui a fluttuare
dentro una nuvola:
dentro
la nuvola del divino
Nulla!
E dopo
solo dopo
Tu e noi
a ridargli la vita.
(David M.Turoldo)
23.
No, credere a Pasqua non è
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al venerdì santo
quando Tu non c’eri
lassù!
Quando non una eco
risponde
al tuo alto grido
e a stento il Nulla
dà forma
alla tua assenza”.
(David M.Turoldo)
24.
La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore.
Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.
Ma inumano è pur sempre l’amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l’ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.
(Fabrizio De André)
25.
Ritta, discosta appena dal legno,
stava la Madre assorta in silenzio.
Pareva un’ombra vestita di nero,
neppure un gesto nel vento immobile.
Lo sguardo aveva perduto, lontano:
cosa vedevi dall’alta collina?
Forse una sola foresta di croci?
O anche Tu non vedevi più nulla?
(David M.Turoldo)
26.
Madre, Tu sei ogni donna che ama.
Madre, Tu sei ogni madre che piange
un figlio ucciso, un figlio tradito:
madri a migliaia, voi madri in gramaglie!
E figli mai finiti di uccidere;
figli venduti e traditi a miriadi,
torturati appesi ai patiboli,
empi vessilli dell’empio potere. (David M.Turoldo)
27.
Dalla città già salivan le tenebre,
e ancor più impallidiva il Suo volto,
e Lui era tutto una crosta di sangue,
perfino il cielo era nero di sangue.
Nero lenzuolo di sangue pareva
steso ad avvolger la grande Assenza
che infittiva lo stesso silenzio
e si addensava e spandeva nell’aria.
O Madre, nulla pur noi ti chiediamo:
quanto è possibile appena di credere,
e star con Te sotto il legno in silenzio:
sola risposta al mistero del mondo.
(David M.Turoldo)
28.
Dal sepolcro la vita è deflagrata.
La morte ha perduto il duro agone.
Comincia un'era nuova:
l'uomo riconciliato nella nuova
alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via.
Difficile tenersi in quel cammino.
La porta del tuo regno è stretta.
Ora sì, o Redentore, che abbiamo bisogno del tuo aiuto,
ora sì che invochiamo il tuo soccorso,
tu, guida e presidio, non ce lo negare.
L'offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.
Amen
(Mario Luzi)
PREGHIERA FINALE
Sei ancora, ogni giorno e per sempre, in mezzo a noi;
vivi coi vivi, sulla terra dei viventi che ti piacque e che ami;
vivi d’una vita non umana, forse invisibile anche a quelli che ti cercano,
forse sotto l’aspetto d’un povero che compra il suo pane da sé e nessuno lo guarda …
Ti aspetteremo ogni giorno, a dispetto della nostra indegnità e d’ogni impossibile,
e tutto l’amore che potremo torchiare dai nostri cuori devastati,
sarà per te, Crocifisso, che fosti tormentato per amor nostro
e ora ci tormenti con tutta la potenza del tuo implacabile amore.
(Giovanni Papini)
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa
Si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge la Parola di Dio riportata nel brano profetico e si recita la preghiera che lo segue.
1
Così parla il SERVO (Gesù):
«Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». (Isaia 49,4)
Gesù, Servo di Dio e degli uomini, quando sperimentiamo l’ingratitudine, non permettere che rinunciamo ad amare.
2
«Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi». (Isaia 50,6)
Signore, violenze e soprusi abbondano nel mondo: insegnaci a rispondere al male con il bene.
3
Dice il profeta: «Molti si stupirono di lui perchè il suo aspetto era troppo sfigurato per essere ancora quello d’un uomo» (Isaia 52,14)
Per ridarci la nostra dignità perduta hai preso su di te i nostri peccati. Grazie, Gesù!
4
«Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere». (Isaia 53,2)
Ricordaci, Redentore, che le apparenze passano: solo l’amore vero è eterno e non tramonta mai.
5
«Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima». (Isaia 53,3)
O Cristo, in ogni esperienza di rifiuto o di dolore non saremo mai più soli: tu ci sarai sempre, solidale accanto a noi.
6
«Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato». (Isaia 53,4)
Tu, l’Onnipotente, prostrato dai nostri mali: guariscici dall’egoismo, sanaci dalla presunzione.
7
«Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità». (Isaia 53,5)
Quando non vediamo più i nostri peccati, aprici gli occhi, Signore! Illumina il nostro cuore!
8
«Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe siamo stati guariti». (Isaia 53,5)
Sei risorto, ma le tue piaghe son rimaste aperte: lasciaci entrare in esse, Gesù, dacci rifugio.
9
«Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada… ». (Isaia 53,6)
Buon Pastore, Gesù, tu ci conosci. Ci hai comprati a prezzo della vita. E siamo tuoi.
10
«Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca». (Isaia 53,7)
Solo per insegnare aprivi bocca. E consolare. Sulle tue labbra mai parole d’odio, ma di perdono.
11
«Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca». (Isaia 53,7)
Non la debolezza ma la forza ti ha reso mite. Agnello di Dio, facci assomigliare a te!
12
«Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per la colpa del mio popolo fu percosso a morte». (Isaia 53,8)
Sii vicino agli oppressi, alle vittime innocenti. E cambia i cuori di pietra in cuori di carne.
13
«Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità». (Isaia 53,11)
Benedetto sei tu, o Cristo: portando su di te le nostre colpe, da peccatori ci rendi giusti. E ci ridoni vita.
14
«Ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli». (Isaia 53,11)
Figlio di Dio, ti sei spogliato di tutto ciò che è tuo, per rivestire noi di dignità e di grazia.
15
Egli sospira: «Sono rimasto lontano dalla pace, ho dimenticato il benessere. È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore. (Lamentazioni 3,17-18)
Tu, che hai toccato il fondo dell’angoscia, vienici incontro nell’ora delle tenebre.
16
«Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno. Ben se ne ricorda la mia anima e si accascia dentro di me». (Lamentazioni 3,19-20)
Hai provato tutto ciò che è nostro. Perciò tu sei l’Emmanuele: il Dio-con-noi.
17
«Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie». (Lamentazioni 3,21-22)
Le nostre speranze sono passeggere, Signore; ma la tua misericordia no: è eterna.
18
«Il mio occhio piange senza sosta e non ha pace, finché non guardi e non veda il Signore del cielo». (Lamentazioni 3,49-50)
Quando anche i nostri occhi piangono lacrime, fa’ che diventino più limpidi: per vederti, Signore!
19
«Mi hanno dato la caccia come a un passero... Mi hanno chiuso vivo nella fossa e hanno gettato pietre su di me». (Lamentazioni 3,52-53)
Da disumani, facci diventare umani, o Dio, tu che ti sei fatto uomo tra i poveri e gli umili.
20
«Sono salite le acque fin sopra il mio capo; ho detto: «È finita per me». Ho invocato il tuo nome, Signore, dal profondo». (Lamentazioni 3,54-55)
Tu che hai provato l’abisso dell’angoscia, poni un limite a ogni umana disperazione. E metti sulle nostre labbra il tuo nome, Signore.
21
«Tu hai udito il mio grido. Tu eri vicino quando t’invocavo, e hai detto: «Non temere!». (Lamentazioni 3,56-57)
Nessun cuore si stanchi di pregarti, o Dio. Ripeti ancora, a me, a noi, a tutti: Non temere!
22
Dice il Signore: «Io traevo il mio popolo con legami di bontà, con vincoli d’amore, ma essi non compresero che avevo cura di loro». (Osea 11,4)
Sciogli il gelo dal nostro cuore, dona luce agli occhi, fa’ che vediamo i segni del tuo amore, della tua inesauribile bontà.
23
«Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo». (Osea 11,7)
Noi lo solleviamo, o Cristo, e ti vediamo crocifisso. Non passi giorno senza che guardiamo in alto.
24
Dice il Signore: «Come potrei abbandonarti, popolo mio? Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione». (Osea 11,8)
Dopo che la lancia ti ha trafitto il cuore, tu sai compatire ogni nostro male. E ci consoli.
25
«Le nostre iniquità lo provano: abbiamo peccato contro di te, Signore. Eppure tu sei in mezzo a noi, perciò: non abbandonarci!». (Geremia 14,7)
Passano i tempi, mutano i costumi, ma la tua Croce è salda. Resta con noi, Signore!
26
«Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà. Ma per il tuo nome non respingerci. Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi». (Geremia 14,20-21)
Non siamo affidabili, Gesù, ma tu non vieni meno alla parola data. Eterno è il tuo amore per noi.
27
Dice il Signore: «Riverserò sopra tutti i popoli uno spirito di grazia e di consolazione. Guarderanno a me: colui che hanno trafitto». (Zaccaria 12,10)
Hai reclinato il capo e hai dato a noi il tuo Spirito. La nostra vita sia la sua dimora: allora cammineremo sui tuoi passi.
28
Dice il Signore: «Se mi chiederanno: “Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani?”, io risponderò: “Queste le ho ricevute in casa dei miei amici”». (Zaccaria 13,6)
“Non vi chiamo più servi, ma amici” hai detto. ì, c’è anche la nostra firma in quelle piaghe… Tienile aperte, Gesù! E fa’ sgorgare generosa la tua misericordia.
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
2. Con la guida del Vangelo
La si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge il breve brano evangelico e si prega con le parole che lo seguono.
1.
Durante l’ultima Cena disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». (Matteo 26,20-22)
Te lo chiedo anch’io, Signore: “Sono forse io?” Perdona se ho preferito i miei interessi a te e al tuo Vangelo.
2.
Giunto all’orto degli ulivi, Gesù prese con sé Pietro Giacomo e Giovanni; cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «Restate qui e vegliate con me». (Matteo 26,37-38)
Mi è spontaneo pregarti nel bisogno. Insegnami a stare con te anche per amicizia, Gesù
3.
Venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse: «Non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione». (Matteo 26,40-41)
Pur nella fragilità e nella debolezza, tu hai vinto. Sostienimi. Non abbandonarmi nell’ora della tentazione.
4.
Entrato nella lotta, Gesù pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. (Luca 22,44)
Nella vita si affrontano molte difficoltà. Signore, insegnami a lottare anche per restare fedele a te.
5.
Giuda, il traditore, si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Maestro!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». (Matteo 26,49-50)
Tu chiami “amico” anche chi ti tradisce, Signore. Fa’ che le mie parole e le mie azioni siano sempre limpide e sincere.
6.
Quelli che erano stati mandati dai capi dei sacerdoti e del popolo misero le mani su Gesù e lo arrestarono. Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. (Matteo 26,50.56)
Discepoli sono quelli che ti seguono, o Cristo. Io mi chiamo con il tuo nome: non permettere che ti abbandoni.
7.
Condussero Gesù dal sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano ed entrò nel cortile. Uno lo vide e disse: «Anche questi era con lui». Ma Pietro rispose: «Non so quello che dici». E in quell’istante un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro (Luca 22,54-61)
Aveva peccato per presunzione, ma tu l’hai guardato con misericordia. Posa quel tuo sguardo anche su di me, Signore, e perdonami.
8.
Condussero Gesù da Pilato e lo accusavano. Pilato lo interrogò; poi disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in lui alcun motivo di condanna». Ma essi gridarono tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Libera Barabba!». (Luca 23,1-4.18)
Quando il mondo preferisce il male al bene, la menzogna al posto della verità, ridesta la mia coscienza, o Gesù, e fa’ che io prenda le distanze.
9.
Pilato voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso. (Luca 23,20-23)
E’ facile schierarsi con quelli che gridano di più. Tu, Signore, ricordami che il bene e la verità non fanno mai chiasso.
10.
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati gli posero sul capo una corona di spine e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. (Giovanni 19,1-3)
Flagellato, coronato di spine, schiaffeggiato: tu, nostro Re! Figlio di Dio, Gesù, sii per me l’unico Sovrano, il mio vero Signore!
11.
Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse: «Ecco l’uomo!». (Giovanni 19,4-5)
Tu, Gesù, sei l’unico uomo degno di questo nome. Insegnami tu la vera umanità e fa’ che io ne sia testimone.
12.
Pilato, visto che non otteneva nulla, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla… Rimise in libertà Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. (Matteo 27,24.26)
Di fronte alle ingiustizie e ai soprusi, Signore, non permettere che anch’io me ne lavi le mani o ti baratti con Barabba.
13.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Luca 23,26)
Quale che sia la croce che anch’io devo portare, mi consola il poter camminare dietro di te, Gesù.
14.
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo… Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. (Luca 23,27.32)
Le moltitudini si muovono solo per motivi eccezionali: qui l’eccezionale sei tu, Figlio di Dio, trattato come un malfattore.
15.
Quando giunsero sul Golgota, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». (Luca 23,33-34)
Ma è proprio vero che non sanno quello che fanno? Signore, rendi anche me capace di comprensione e di perdono.
16.
I passanti lo insultavano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Se è il re d’Israele, scenda dalla croce: crederemo in lui!». (Matteo 27,39.43)
Avresti potuto scendere, ma non l’hai fatto… Grazie, Gesù:come potrei dubitare del tuo amore?
17.
Uno dei malfattori gli disse: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi sarai con me nel paradiso». (Luca 23, 39.42-43)
Se il primo ad arrivare a destinazione con te è stato un malfattore, allora posso confidare anch’io: Signore, preparami un posto nel tuo paradiso.
18.
I soldati poi presero le sue vesti e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». (Giovanni 19,23-24)
Nudo sei venuto nel mondo e nudo te ne vai…Ma quella tunica - la tua Chiesa - ora è stracciata: ripàrala, Signore!
19.
Gesù, vedendo sua madre, e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo:
«Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo se la prese a cuore (Giovanni 19,25-27)
Ce l’hai lasciata come madre e ci hai affidati a lei come figli. Grazie, Gesù: fa’ che anch’io me la prenda a cuore.
20.
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra… Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». (Marco 15,33-34)
Anche la tua fiducia è stata scossa dal dubbio, ma sulle tue labbra è diventato preghiera. Insegnalo anche a me, Signore.
21.
Il sole si era eclissato. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». (Luca 23,45-46)
Dio nessuno l’ha mai visto: tu ci hai detto che è nostro Padre. Fa’ che anch’io, senza alcun timore, possa consegnarmi alle sue buone mani.
22.
Sapendo che tutto era compiuto, Gesù disse: «Ho sete». Posero una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
(Giovanni 19,28-29)
Non basta l’aceto, Gesù. E’ della mia fede in te che hai sete. E tu, assetato, farai sgorgare per me una sorgente d’acqua viva.
23.
Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Giovanni 19,30)
Cosa potevi fare di più per me che non l’abbia fatto? Anche lo spirito che ti animava ci hai donato: grazie, Signore!
24.
Il centurione, che si trovava là, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». (Marco 15,39)
Anche morendo hai rivelato Dio. Gesù, fa’ che dal tuo morire io impari a vivere.
25.
Vedendo che Gesù era morto, uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. (Giovanni 19,33-34)
Fianco squarciato il tuo e cuore aperto: tu non hai più segreti. Come potrò diffidare del tuo amore? Ti prego, o Cristo, aumenta la mia fede.
26.
Giuseppe d’Arimatea, comprato un lenzuolo, depose il corpo di Gesù dalla croce, ve lo avvolse e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. (Marco 15,46)
Nuovo il lenzuolo, nuovo il sepolcro, e nuovo colui che vi è deposto. Padre di Gesù e Padre nostro: ecco la mia vita. Ti prego, falla nuova.
27.
Il primo giorno della settimana, le donne si recarono al sepolcro… Due uomini dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto».
(Luca 24,1-6)
Tu, con il tuo operare, ci precedi sempre e ci sorprendi, o Dio. Lo splendore del Figlio tuo risorto vinca anche in me le ombre della morte.
28.
Le donne abbandonarono in fretta il sepolcro… Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi! Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». (Matteo 28,8-9)
Galilea: terra della vita quotidiana, appesantita da fatiche e da apprensioni… E’ là che mi attendi ormai. Làsciati incontrare, Gesù, mio amato Signore, vivente per sempre!
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
3. Con la “Preghiera di Gesù”
La “Preghiera di Gesù”, molto nota e familiare ai cristiani d’Oriente, è costituita dalla ripetizione incessante di queste brevi parole: “Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!”.
La Scala santa la si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si prega con le parole riportate qui di seguito .
.1.
Tu sei il Verbo fatto carne, venuto ad abitare in mezzo a noi. Quel Dio che nessuno ha mai visto, tu ce l’hai fatto conoscere.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
2.
Tu sei l’Agnello di Dio che porti su di te i peccati del mondo: li annienti nella tua morte, perché noi possiamo avere la vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
3.
Tu sei mite e umile di cuore e dai ristoro agli stanchi e agli oppressi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
4.
Tu sei sorgente d’acqua viva: chi crede in te non avrà mai più sete in eterno.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
5.
Tu sei il pane vivo disceso dal cielo perché chi ne mangia non muoia, ma abbia la vita eterna.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
6.
Tu sei la luce del mondo: chi ti segue non cammina nelle tenebre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
7.
Tu sei la porta delle pecore, chi entra attraverso te sarà salvato.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
8.
Tu sei il buon Pastore,
conosci le tue pecore e per esse dai la tua vita.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
9.
Tu sei la risurrezione e la vita. Chi crede in te, anche se muore, vivrà; e chi vive e crede in te non morirà in eterno.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
10.
Tu sei il chicco di grano, caduto nella terra: muore e produce molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
11.
Tu sei stato innalzato sulla croce per attrarre a te tutta l’umanità.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
12.
Tu sei il Maestro, il Signore, che si cinge il grembiule e lava i nostri piedi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
13.
Tu sei la via, la verità, la vita. Per mezzo di te noi arriviamo al Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
14.
Tu sei la vite e noi i tralci. Se rimaniamo in te, e tu in noi, porteremo molto frutto.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
15.
Tu sei re, ma il tuo regno non è di quaggiù. Sei venuto in questo mondo per dare testimonianza alla verità.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
16.
Chi potrà mai separarci dal tuo amore? Tu sei morto e sei risorto, stai alla destra di Dio e intercedi per noi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
17.
Eri morto, ma sei ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
18.
Tu, crocifisso, sei scandalo per i Giudei stoltezza per i pagani, ma per coloro che credono sei potenza e sapienza di Dio.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
19
Tu sei la nostra pace: per mezzo della croce hai eliminato ogni inimicizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
20.
Tu non hai ritenuto un privilegio l’essere come Dio, ma hai svuotato te stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
21.
Hai umiliato te stesso, facendoti obbediente fino alla morte di croce. Per questo Dio ti ha esaltato e ti ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
22.
Tu hai pacificato, per mezzo della tua croce, le cose che stanno sulla terra e quelle che stanno nei cieli.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
23.
Con te siamo stati sepolti nel Battesimo. Con te siamo anche risorti, per la fede nella potenza di Dio che ti ha risuscitato dai morti.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
24.
Ti sei fatto in tutto simile a noi, e per aver patito sei divenuto il nostro sommo Sacerdote, che sempre intercede per noi presso il Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
25.
Insultato, non rispondevi con insulti; maltrattato, non minacciavi vendetta, ma ti affidavi a Colui che giudica con giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
26.
Tu hai portato i nostri peccati nel tuo corpo sul legno della croce, perché non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
27.
Tu sei Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue. Hai fatto di noi un regno, sacerdoti per il tuo Dio e Padre.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
28.
Tu sei il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Eri morto, ma ora vivi per sempre, e hai le chiavi della morte e degli ìnferi. Tu sei la stella radiosa del mattino.
Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me!
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa. Si concluda con il Padre Nostro e l’Ave Maria.
* * *
4. Con i poeti dell'epoca moderna
Si sale in ginocchio. Ad ogni gradino si legge il testo poetico e ci si sofferma a riflettere per qualche istante.
1.
Lo scintillìo di lontane stelle un’indifferente
luce gettava alla curva della strada.
La strada aggirava il Monte degli Ulivi,
giù, sotto di lei, scorreva il Cedron.
In fondo c’era un orto, un podere.
asciàti i discepoli di là dal muro,
disse loro: «L’anima mia è triste fino alla morte,
rimanete qui e vegliate con me».
(Boris Pasternak)
2.
E aveva appena parlato che, chissà da dove,
ecco una folla di servi, una turba di schiavi,
luci, spade e, davanti a tutti, Giuda
col bacio del tradimento sulle labbra.
…il libro della vita è giunto alla pagina
più preziosa d’ogni cosa sacra.
Ora deve compiersi ciò che fu scritto,
lascia dunque che si compia… Amen
(Boris Pasternak)
3.
Abbiamo bisogno di te,
di te solo e di nessun altro.
Tu solo, che ci ami,
puoi sentire per noi tutti che soffriamo
la pietà che ciascuno di noi sente per se stesso.
Tu solo puoi sentire quanto è grande,
incommensurabilmente grande, il bisogno che c’è di te,
in questo mondo, in questa ora del mondo.
(Giovanni Papini)
4.
Vedo ora nella notte triste,
imparo,
so che l’inferno s’apre sulla terra
su misura di quanto l’uomo si sottrae,
folle,
lla purezza della Tua passione.
Fa piaga nel Tuo cuore
la somma del dolore
che va spargendo sulla terra l’uomo;
il Tuo cuore è la sede appassionata
dell’amore non vano.
(Giuseppe Ungaretti)
5.
Cristo,
pensoso palpito,
astro incarnato nelle umane tenebre,
fratello che t’immoli
perennemente
per riedificare
umanamente l’uomo.
Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello
e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
per liberare dalla morte i morti
e sorreggere noi infelici vivi.
D’un pianto solo mio non piango più,
ecco, Ti chiamo,
Santo,
Santo, Santo che soffri.
(Giuseppe Ungaretti)
6.
Tutti hanno bisogno di te,
anche quelli che non lo sanno,
e quelli che non lo sanno, assai più di quelli che sanno.
L’affamato s’immagina di cercare il pane
e ha fame di te;
l’assetato crede di voler l’acqua
e ha sete di te;
il malato s’illude di sperare la salute
e il suo male è l’assenza di te.
(Giovanni Papini)
7.
Padre mio, mi sono affezionato alla terra quanto non avrei creduto.
È bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
(Mario Luzi)
8.
…È solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
(Mario Luzi)
9.
…La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa:
mi sovvengono i piccoli dell’uomo, gli alberi, gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna. (Mario Luzi)
10.
Vogliamo veder quegli occhi
che passano la parete del petto e la carne del cuore,
e guariscono quando feriscono collo sdegno,
e fanno sanguinare quando guardano con tenerezza.
E vogliamo udire la tua voce
che sbigottisce i demoni da quanto è dolce
e incanta i bambini da quanto è forte.
(Giovanni Papini)
11.
In tutta la Tua lunghezza, Signore, ti stendi sulla Croce.
Ecco…Perfetto...Non c’è che dire, è fatta per Te.
La tieni tutta, e per essere sicuro d’aderirvi meglio,
lasci gli uomini inchiodarTi con cura.
Signore, è un lavoro ben fatto, coscienzioso.
Ora combaci perfettamente ...
Dovevi raggiungere tale precisione...
Non muoverti più.
Così, o Signore, debbo riunire corpo, cuore e spirito.
Ed in tutta la mia lunghezza distendermi sulla Croce del momento presente.
(Michel Quoist)
12.
Non ho il diritto di scegliere il legno della mia passione.
La Croce è pronta, su misura.
Tu me la presenti ogni giorno,
ogni minuto ed io debbo occuparla.
Non è facile, o Signore,
l momento presente è tanto limitato,
non c’è tempo di guardarsi attorno.
Pure, o Signore, non t’incontrerò altrove, mi aspetti là;
là insieme salveremo i nostri fratelli.
(Michel Quoist)
13.
Tu sai quanto sia grande in questo tempo,
il bisogno del tuo sguardo e della tua parola.
Tu sai bene che un tuo sguardo può travolgere
e mutare le nostre anime,
che la tua voce
ci può trarre dallo stabbio della nostra infinita miseria;
tu sai meglio di noi
che la tua presenza è urgente e indifferibile
in questa età che non ti conosce.
(Giovanni Papini)
14.
Perché hai gridato
che ti lasciava
se era tuo padre
e t’amava?
Hai voluto morire
come uno che volesse
qualcosa dimostrare.
Ma tu dovevi soltanto vivere
e amare.
(G.Testori)
15.
Ecco che egli veramente si avvia
al luogo dove nessuno può andare con lui.
Stasera riceverà sul corpo nudo
la pioggia della rugiada
e il riso celeste degli astri immortali;
la sua forma affabile si irrigidirà a poco a poco in forma di croce.
Intanto i soldati si divideranno ai suoi piedi le vesti rubate,
tirando a sorte con un colpo di dadi la tunica senza cuciture.
(Angelo Romano)
16.
Sei venuto, la prima volta, per salvare;
nascesti per salvare;
parlasti per salvare;
ti facesti crocifiggere per salvare;
la tua arte, la tua opera, la tua missione, la tua vita
è di salvare. E noi abbiamo oggi,
in questi anni che sono un condensamento,
un accrescimento incomparabile d’orrore e dolore,
abbiamo bisogno, senza ritardi, d’esser salvati!
(Giovanni Papini)
17.
“E pure il tuo figlio
il divino tuo figlio, il figlio
che ti incarna, l’amato
unico figlio uguale
a nessuno, anche lui
ha gridato
alto sul mondo:
‘Perché?"
(David M.Turoldo)
18.
Era l’urlo degli oceani
l’urlo dell’animale ferito
l’urlo del ventre squarciato
della partoriente
urlo della stessa morte:
‘perché?’
E tu non puoi rispondere
non puoi...
Condizionata onnipotenza sei!
pretendere altro è vano.
(David M.Turoldo)
19.
T’invocava con tenerissimo nome:
la faccia a terra
e sassi e terra bagnati
da gocce di sangue:
le mani stringevano zolle
di erba e fango:
ripeteva la preghiera del mondo:
‘Padre, abbà, se possibile’ ...
Solo un ramo d’olivo
dondolava sopra il suo capo
a un silenzioso vento ... (David M.Turoldo)
20.
Ma non una spina Tu
gli levasti dalla corona.
Trafitto anche il pensiero:
non può, non può lassù
il pensiero non sanguinare!
Oh, le ferite della mente!
(David M.Turoldo)
21.
E non una mano
gli schiodasti dal legno:
che si tergesse
dagli occhi il sangue
e gli fosse dato
di vedere
almeno la Madre
là
sola ...
(David M.Turoldo)
22.
Perfino potenti
e maestri di ferocia
e gente, al vederlo
si coprivan la faccia.
E lui a fluttuare
dentro una nuvola:
dentro
la nuvola del divino
Nulla!
E dopo
solo dopo
Tu e noi
a ridargli la vita.
(David M.Turoldo)
23.
No, credere a Pasqua non è
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
è al venerdì santo
quando Tu non c’eri
lassù!
Quando non una eco
risponde
al tuo alto grido
e a stento il Nulla
dà forma
alla tua assenza”.
(David M.Turoldo)
24.
La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore.
Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.
Ma inumano è pur sempre l’amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l’ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.
(Fabrizio De André)
25.
Ritta, discosta appena dal legno,
stava la Madre assorta in silenzio.
Pareva un’ombra vestita di nero,
neppure un gesto nel vento immobile.
Lo sguardo aveva perduto, lontano:
cosa vedevi dall’alta collina?
Forse una sola foresta di croci?
O anche Tu non vedevi più nulla?
(David M.Turoldo)
26.
Madre, Tu sei ogni donna che ama.
Madre, Tu sei ogni madre che piange
un figlio ucciso, un figlio tradito:
madri a migliaia, voi madri in gramaglie!
E figli mai finiti di uccidere;
figli venduti e traditi a miriadi,
torturati appesi ai patiboli,
empi vessilli dell’empio potere. (David M.Turoldo)
27.
Dalla città già salivan le tenebre,
e ancor più impallidiva il Suo volto,
e Lui era tutto una crosta di sangue,
perfino il cielo era nero di sangue.
Nero lenzuolo di sangue pareva
steso ad avvolger la grande Assenza
che infittiva lo stesso silenzio
e si addensava e spandeva nell’aria.
O Madre, nulla pur noi ti chiediamo:
quanto è possibile appena di credere,
e star con Te sotto il legno in silenzio:
sola risposta al mistero del mondo.
(David M.Turoldo)
28.
Dal sepolcro la vita è deflagrata.
La morte ha perduto il duro agone.
Comincia un'era nuova:
l'uomo riconciliato nella nuova
alleanza sancita dal tuo sangue
ha dinanzi a sé la via.
Difficile tenersi in quel cammino.
La porta del tuo regno è stretta.
Ora sì, o Redentore, che abbiamo bisogno del tuo aiuto,
ora sì che invochiamo il tuo soccorso,
tu, guida e presidio, non ce lo negare.
L'offesa del mondo è stata immane.
Infinitamente più grande è stato il tuo amore.
Noi con amore ti chiediamo amore.
Amen
(Mario Luzi)
PREGHIERA FINALE
Sei ancora, ogni giorno e per sempre, in mezzo a noi;
vivi coi vivi, sulla terra dei viventi che ti piacque e che ami;
vivi d’una vita non umana, forse invisibile anche a quelli che ti cercano,
forse sotto l’aspetto d’un povero che compra il suo pane da sé e nessuno lo guarda …
Ti aspetteremo ogni giorno, a dispetto della nostra indegnità e d’ogni impossibile,
e tutto l’amore che potremo torchiare dai nostri cuori devastati,
sarà per te, Crocifisso, che fosti tormentato per amor nostro
e ora ci tormenti con tutta la potenza del tuo implacabile amore.
(Giovanni Papini)
Si invita a sostare per la riflessione personale o la preghiera silenziosa