"Tutti i giorni, da più di quarant’anni, dopo le Lodi, recito questa preghiera a San Giuseppe tratta da un libro francese di devozioni, dell’ottocento, che esprime devozione, fiducia e una certa sfida a San Giuseppe".
Papa Francesco
Papa Francesco
«Glorioso Patriarca San Giuseppe,
il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili,
vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.
Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido,
affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.
Che non si dica che ti abbia invocato invano,
e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria,
mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere.
Amen».
Qui si propone un particolare
ROSARIO DI SAN GIUSEPPE
Suddiviso in 5 parti o Decine: ognuna di esse è introdotta da due brevi brani della Lettera di Papa Francesco (se ne può leggere l’uno o l’altro, oppure ambedue). Ogni decina è fatta di sobrie invocazioni, tratte dal Vangelo, alle quali si risponde: “prega per noi”.
O Dio, vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
1.
Sia benedetto Dio,
che ha scelto Giuseppe quale sposo di Maria e padre del suo Figlio, fatto uomo tra noi.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
1.
Sia benedetto Dio,
che ha scelto Giuseppe quale sposo di Maria e padre del suo Figlio, fatto uomo tra noi.
“Padri non si nasce, lo si diventa.
E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui.
Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti.
Essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà.
Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze.
Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di “castissimo”.
Non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso.”
*
“La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita.
Solo quando un amore è casto, è veramente amore.
L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici.
Dio stesso ha amato l’uomo con amore casto, lasciandolo libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui.
La logica dell’amore è sempre una logica di libertà, e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera.
Non ha mai messo sé stesso al centro.
Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù.”
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.7)
E non lo si diventa solo perché si mette al mondo un figlio, ma perché ci si prende responsabilmente cura di lui.
Tutte le volte che qualcuno si assume la responsabilità della vita di un altro, in un certo senso esercita la paternità nei suoi confronti.
Essere padri significa introdurre il figlio all’esperienza della vita, alla realtà.
Non trattenerlo, non imprigionarlo, non possederlo, ma renderlo capace di scelte, di libertà, di partenze.
Forse per questo, accanto all’appellativo di padre, a Giuseppe la tradizione ha messo anche quello di “castissimo”.
Non è un’indicazione meramente affettiva, ma la sintesi di un atteggiamento che esprime il contrario del possesso.”
*
“La castità è la libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita.
Solo quando un amore è casto, è veramente amore.
L’amore che vuole possedere, alla fine diventa sempre pericoloso, imprigiona, soffoca, rende infelici.
Dio stesso ha amato l’uomo con amore casto, lasciandolo libero anche di sbagliare e di mettersi contro di Lui.
La logica dell’amore è sempre una logica di libertà, e Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera.
Non ha mai messo sé stesso al centro.
Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù.”
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.7)
PADRE NOSTRO…
San Giuseppe, uomo giusto davanti a Dio:
prega per noi.
Tu, disponibile a farti da parte per non ostacolare il suo piano di Salvezza:
prega per noi.
Tu, che pensavi di ripudiare Maria in segreto per non esporla al disonore:
prega per noi.
Tu, che conversavi nel sogno con l’Angelo del Signore:
prega per noi.
Tu, che non esitavi ad accogliere la sua parola e a metterla in pratica:
prega per noi.
Tu, che hai riconosciuto in Maria l’opera dello Spirito Santo:
prega per noi.
Tu, che desti nome Gesù al Figlio di Dio fatto uomo:
prega per noi.
Tu, che per la tua obbedienza hai consentito a Dio di farsi Emmanuele:
prega per noi.
Tu, docile e ben disposto a collaborare con il suo progetto di salvezza:
prega per noi.
Tu, Sposo di Maria e suo innamorato Custode:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
San Giuseppe, uomo giusto davanti a Dio:
prega per noi.
Tu, disponibile a farti da parte per non ostacolare il suo piano di Salvezza:
prega per noi.
Tu, che pensavi di ripudiare Maria in segreto per non esporla al disonore:
prega per noi.
Tu, che conversavi nel sogno con l’Angelo del Signore:
prega per noi.
Tu, che non esitavi ad accogliere la sua parola e a metterla in pratica:
prega per noi.
Tu, che hai riconosciuto in Maria l’opera dello Spirito Santo:
prega per noi.
Tu, che desti nome Gesù al Figlio di Dio fatto uomo:
prega per noi.
Tu, che per la tua obbedienza hai consentito a Dio di farsi Emmanuele:
prega per noi.
Tu, docile e ben disposto a collaborare con il suo progetto di salvezza:
prega per noi.
Tu, Sposo di Maria e suo innamorato Custode:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
2.
Sia benedetto Dio,
che rese Giuseppe obbediente alle leggi e lo sostenne nelle situazioni d’emergenza.
Sia benedetto Dio,
che rese Giuseppe obbediente alle leggi e lo sostenne nelle situazioni d’emergenza.
“Tante volte, nella nostra vita, accadono avvenimenti di cui non comprendiamo il significato.
La nostra prima reazione è spesso di delusione e ribellione.
Giuseppe lascia da parte i suoi ragionamenti per fare spazio a ciò che accade e,
per quanto possa apparire ai suoi occhi misterioso, egli lo accoglie,
se ne assume la responsabilità e si riconcilia con la propria storia.
Se non ci riconciliamo con la nostra storia, non riusciremo nemmeno a fare un passo successivo,
perché rimarremo sempre in ostaggio delle nostre aspettative e delle conseguenti delusioni.”
*
“La vita spirituale che Giuseppe ci mostra non è una via che spiega, ma una via che accoglie.
Solo a partire da questa accoglienza, da questa riconciliazione,
si può anche intuire una storia più grande, un significato più profondo...
Giuseppe non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo.
L’accoglienza è un modo attraverso cui si manifesta nella nostra vita
il dono della fortezza che ci viene dallo Spirito Santo".
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.1)
La nostra prima reazione è spesso di delusione e ribellione.
Giuseppe lascia da parte i suoi ragionamenti per fare spazio a ciò che accade e,
per quanto possa apparire ai suoi occhi misterioso, egli lo accoglie,
se ne assume la responsabilità e si riconcilia con la propria storia.
Se non ci riconciliamo con la nostra storia, non riusciremo nemmeno a fare un passo successivo,
perché rimarremo sempre in ostaggio delle nostre aspettative e delle conseguenti delusioni.”
*
“La vita spirituale che Giuseppe ci mostra non è una via che spiega, ma una via che accoglie.
Solo a partire da questa accoglienza, da questa riconciliazione,
si può anche intuire una storia più grande, un significato più profondo...
Giuseppe non è un uomo rassegnato passivamente. Il suo è un coraggioso e forte protagonismo.
L’accoglienza è un modo attraverso cui si manifesta nella nostra vita
il dono della fortezza che ci viene dallo Spirito Santo".
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.1)
PADRE NOSTRO…
San Giuseppe, umile germoglio di stirpe regale:
prega per noi.
Tu, discendente di David:
prega per noi.
Tu, sottomesso al censimento di Cesare Augusto:
prega per noi.
Tu, viandante con Maria verso Betlemme:
prega per noi.
Tu, che provasti apprensione e timore per la tua sposa incinta:
prega per noi.
Tu, che a Betlemme cercasti inutilmente un luogo di riparo:
prega per noi.
Tu, che soltanto in una grotta trovasti rifugio:
prega per noi.
Tu che sentisti vagire il Figlio di Dio fatto bambino:
prega per noi.
Tu che gli preparasti una povera culla in una mangiatoia:
prega per noi.
Tu, accogliente verso i pastori e grato per i loro doni:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
San Giuseppe, umile germoglio di stirpe regale:
prega per noi.
Tu, discendente di David:
prega per noi.
Tu, sottomesso al censimento di Cesare Augusto:
prega per noi.
Tu, viandante con Maria verso Betlemme:
prega per noi.
Tu, che provasti apprensione e timore per la tua sposa incinta:
prega per noi.
Tu, che a Betlemme cercasti inutilmente un luogo di riparo:
prega per noi.
Tu, che soltanto in una grotta trovasti rifugio:
prega per noi.
Tu che sentisti vagire il Figlio di Dio fatto bambino:
prega per noi.
Tu che gli preparasti una povera culla in una mangiatoia:
prega per noi.
Tu, accogliente verso i pastori e grato per i loro doni:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
3.
Sia benedetto Dio,
che ha accolto al Tempio Giuseppe e Maria,
il giorno in cui presentarono il bambino Gesù.
Sia benedetto Dio,
che ha accolto al Tempio Giuseppe e Maria,
il giorno in cui presentarono il bambino Gesù.
“La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé.
Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia.
Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia.
... Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni,
rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto;
rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo,
confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione.
Ogni vera vocazione nasce dal dono di sé, che è la maturazione del semplice sacrificio.”
*
“Lì dove una vocazione, matrimoniale, celibataria o verginale,
non giunge alla maturazione del dono di sé fermandosi solo alla logica del sacrificio,
allora invece di farsi segno della bellezza e della gioia dell’amore
rischia di esprimere infelicità, tristezza e frustrazione.
Tutte le volte che ci troviamo nella condizione di esercitare la paternità,
dobbiamo sempre ricordare che non è mai esercizio di possesso, ma “segno” che rinvia a una paternità più alta.
In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste,
che «fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45)
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.7)
Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia.
Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia.
... Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni,
rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempire il proprio vuoto;
rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo,
confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione.
Ogni vera vocazione nasce dal dono di sé, che è la maturazione del semplice sacrificio.”
*
“Lì dove una vocazione, matrimoniale, celibataria o verginale,
non giunge alla maturazione del dono di sé fermandosi solo alla logica del sacrificio,
allora invece di farsi segno della bellezza e della gioia dell’amore
rischia di esprimere infelicità, tristezza e frustrazione.
Tutte le volte che ci troviamo nella condizione di esercitare la paternità,
dobbiamo sempre ricordare che non è mai esercizio di possesso, ma “segno” che rinvia a una paternità più alta.
In un certo senso, siamo tutti sempre nella condizione di Giuseppe: ombra dell’unico Padre celeste,
che «fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,45)
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.7)
PADRE NOSTRO…
San Giuseppe, obbediente alla Legge del Signore:
prega per noi.
Tu, che insieme a Maria hai presentato al Tempio Gesù:
prega per noi.
Tu che, come tutti i poveri, offrivi in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi:
prega per noi.
Tu, che hai contribuito a colmare l’attesa del vecchio Simeone:
prega per noi.
Tu, che gli hai concesso di stringere tra le sue braccia il bambino Gesù:
prega per noi.
Tu che esultavi per la gioia di Anna, l’anziana profetessa del Tempio:
prega per noi.
Tu, che con Maria ti stupivi delle cose che si dicevano del Bambino:
prega per noi.
Tu, che temevi per quella spada che avrebbe trafitto l’anima della tua sposa:
prega per noi.
Tu, che andasti ad abitare a Nazaret, con la tua famiglia:
prega per noi.
Tu che ti rallegravi nel veder crescere Gesù in forza, sapienza e grazia:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
San Giuseppe, obbediente alla Legge del Signore:
prega per noi.
Tu, che insieme a Maria hai presentato al Tempio Gesù:
prega per noi.
Tu che, come tutti i poveri, offrivi in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi:
prega per noi.
Tu, che hai contribuito a colmare l’attesa del vecchio Simeone:
prega per noi.
Tu, che gli hai concesso di stringere tra le sue braccia il bambino Gesù:
prega per noi.
Tu che esultavi per la gioia di Anna, l’anziana profetessa del Tempio:
prega per noi.
Tu, che con Maria ti stupivi delle cose che si dicevano del Bambino:
prega per noi.
Tu, che temevi per quella spada che avrebbe trafitto l’anima della tua sposa:
prega per noi.
Tu, che andasti ad abitare a Nazaret, con la tua famiglia:
prega per noi.
Tu che ti rallegravi nel veder crescere Gesù in forza, sapienza e grazia:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
4.
Sia benedetto Dio,
che ha scelto Giuseppe quale custode di Maria
e a protezione di Gesù, nostro Redentore.
Sia benedetto Dio,
che ha scelto Giuseppe quale custode di Maria
e a protezione di Gesù, nostro Redentore.
“…Davanti a una difficoltà ci si può fermare e abbandonare il campo, oppure ingegnarsi in qualche modo.
Sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere.
Molte volte, leggendo i “Vangeli dell’infanzia di Gesù”, ci viene da domandarci
perché Dio non sia intervenuto in maniera diretta e chiara.
Ma Dio interviene per mezzo di eventi e persone.
Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura…
Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. …
Davanti all’incombente pericolo di Erode, che vuole uccidere il Bambino,
ancora una volta in sogno Giuseppe viene allertato per difendere il Bambino,
e nel cuore della notte organizza la fuga in Egitto.”
*
“… Si ha sempre l’impressione che il mondo sia in balia dei forti e dei potenti,
ma la “buona notizia” del Vangelo sta nel far vedere come,
nonostante la prepotenza e la violenza dei dominatori terreni,
Dio trovi sempre il modo per realizzare il suo piano di salvezza.
Anche la nostra vita a volte sembra in balia dei poteri forti,
ma il Vangelo ci dice che ciò che conta, Dio riesce sempre a salvarlo,
a condizione che usiamo lo stesso coraggio creativo del carpentiere di Nazaret,
il quale sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza.
Se certe volte Dio sembra non aiutarci, ciò non significa che ci abbia abbandonati,
ma che si fida di noi, di quello che possiamo progettare, inventare, trovare.
”(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.5)
Sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere.
Molte volte, leggendo i “Vangeli dell’infanzia di Gesù”, ci viene da domandarci
perché Dio non sia intervenuto in maniera diretta e chiara.
Ma Dio interviene per mezzo di eventi e persone.
Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura…
Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. …
Davanti all’incombente pericolo di Erode, che vuole uccidere il Bambino,
ancora una volta in sogno Giuseppe viene allertato per difendere il Bambino,
e nel cuore della notte organizza la fuga in Egitto.”
*
“… Si ha sempre l’impressione che il mondo sia in balia dei forti e dei potenti,
ma la “buona notizia” del Vangelo sta nel far vedere come,
nonostante la prepotenza e la violenza dei dominatori terreni,
Dio trovi sempre il modo per realizzare il suo piano di salvezza.
Anche la nostra vita a volte sembra in balia dei poteri forti,
ma il Vangelo ci dice che ciò che conta, Dio riesce sempre a salvarlo,
a condizione che usiamo lo stesso coraggio creativo del carpentiere di Nazaret,
il quale sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza.
Se certe volte Dio sembra non aiutarci, ciò non significa che ci abbia abbandonati,
ma che si fida di noi, di quello che possiamo progettare, inventare, trovare.
”(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.5)
PADRE NOSTRO…
San Giuseppe, che portasti in salvo il nostro Salvatore bambino:
prega per noi.
Custode premuroso che l'hai protetto dalle insidie di Erode:
prega per noi.
Tu, che accogliesti l’invito dell’Angelo a cercare rifugio in Egitto:
prega per noi.
Tu, guida sicura per sentieri sconosciuti:
prega per noi.
Tu, profugo con il Figlio di Dio e con Maria, sua madre:
prega per noi.
Tu, che hai provato l’angoscia dei perseguitati:
prega per noi.
Tu, che hai sperimentato l’esilio e la lontananza dalla tua patria:
prega per noi.
Tu, docile alle indicazioni del Cielo ad ogni tornante della tua esistenza:
prega per noi.
Tu, che temevi di tornare in quella terra dalla quale eri fuggito:
prega per noi.
Tu, che di ritorno a Nazaret, provvedevi a Maria e a Gesù con il tuo lavoro di carpentiere:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
San Giuseppe, che portasti in salvo il nostro Salvatore bambino:
prega per noi.
Custode premuroso che l'hai protetto dalle insidie di Erode:
prega per noi.
Tu, che accogliesti l’invito dell’Angelo a cercare rifugio in Egitto:
prega per noi.
Tu, guida sicura per sentieri sconosciuti:
prega per noi.
Tu, profugo con il Figlio di Dio e con Maria, sua madre:
prega per noi.
Tu, che hai provato l’angoscia dei perseguitati:
prega per noi.
Tu, che hai sperimentato l’esilio e la lontananza dalla tua patria:
prega per noi.
Tu, docile alle indicazioni del Cielo ad ogni tornante della tua esistenza:
prega per noi.
Tu, che temevi di tornare in quella terra dalla quale eri fuggito:
prega per noi.
Tu, che di ritorno a Nazaret, provvedevi a Maria e a Gesù con il tuo lavoro di carpentiere:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
5.
Sia benedetto Dio,
che ha affidato il suo Figlio, nato da Maria,
alla solerte custodia di Giuseppe il carpentiere, sottomettendolo alla sua autorità.
Sia benedetto Dio,
che ha affidato il suo Figlio, nato da Maria,
alla solerte custodia di Giuseppe il carpentiere, sottomettendolo alla sua autorità.
“San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia.
Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro.
In questo nostro tempo, nel quale il lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale
e la disoccupazione raggiunge talora livelli impressionanti, anche in quelle nazioni dove per decenni si è vissuto un certo benessere,
è necessario, con rinnovata consapevolezza, comprendere il significato del lavoro
che dà dignità e di cui il nostro Santo è esemplare patrono.
Una famiglia dove mancasse il lavoro è maggiormente esposta a difficoltà, tensioni, fratture
e perfino alla tentazione disperata e disperante del dissolvimento.
Come potremmo parlare della dignità umana
senza impegnarci perché tutti e ciascuno abbiano la possibilità di un degno sostentamento?”
*
“La crisi del nostro tempo, che è crisi economica, sociale, culturale e spirituale,
può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro
per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso.
Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare.
La perdita del lavoro che colpisce tanti fratelli e sorelle,
e che è aumentata negli ultimi tempi a causa della pandemia di Covid-19,
dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità.
Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire:
nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.6)
Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro.
In questo nostro tempo, nel quale il lavoro sembra essere tornato a rappresentare un’urgente questione sociale
e la disoccupazione raggiunge talora livelli impressionanti, anche in quelle nazioni dove per decenni si è vissuto un certo benessere,
è necessario, con rinnovata consapevolezza, comprendere il significato del lavoro
che dà dignità e di cui il nostro Santo è esemplare patrono.
Una famiglia dove mancasse il lavoro è maggiormente esposta a difficoltà, tensioni, fratture
e perfino alla tentazione disperata e disperante del dissolvimento.
Come potremmo parlare della dignità umana
senza impegnarci perché tutti e ciascuno abbiano la possibilità di un degno sostentamento?”
*
“La crisi del nostro tempo, che è crisi economica, sociale, culturale e spirituale,
può rappresentare per tutti un appello a riscoprire il valore, l’importanza e la necessità del lavoro
per dare origine a una nuova “normalità”, in cui nessuno sia escluso.
Il lavoro di San Giuseppe ci ricorda che Dio stesso fatto uomo non ha disdegnato di lavorare.
La perdita del lavoro che colpisce tanti fratelli e sorelle,
e che è aumentata negli ultimi tempi a causa della pandemia di Covid-19,
dev’essere un richiamo a rivedere le nostre priorità.
Imploriamo San Giuseppe lavoratore perché possiamo trovare strade che ci impegnino a dire:
nessun giovane, nessuna persona, nessuna famiglia senza lavoro!”
(Papa Francesco, Con cuore di padre, n.6)
PADRE NOSTRO…
San Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù:
prega per noi.
Tu, pellegrino a Gerusalemme ad ogni Pasqua:
prega per noi.
Tu, che con Maria provasti l’angoscia d’aver perduto Gesù:
prega per noi.
Tu, che per tre giorni lo cercasti inutilmente tra parenti e conoscenti:
prega per noi.
Tu, che con sua Madre lo ritrovasti tra i maestri del tempio:
prega per noi.
Tu, che lo scopristi affascinato dalle cose di Dio, Padre suo:
prega per noi.
Tu, che con Maria quel giorno non comprendesti le sue parole:
prega per noi.
Tu, che di ritorno a Nazaret gli insegnavi il tuo mestiere di carpentiere:
prega per noi.
Tu, che lo vedevi crescere obbediente e sottomesso alla tua autorità:
prega per noi.
Tu, vero padre di un Figlio che non avevi generato, ma al quale hai dato il nome e hai reso grande:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
San Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù:
prega per noi.
Tu, pellegrino a Gerusalemme ad ogni Pasqua:
prega per noi.
Tu, che con Maria provasti l’angoscia d’aver perduto Gesù:
prega per noi.
Tu, che per tre giorni lo cercasti inutilmente tra parenti e conoscenti:
prega per noi.
Tu, che con sua Madre lo ritrovasti tra i maestri del tempio:
prega per noi.
Tu, che lo scopristi affascinato dalle cose di Dio, Padre suo:
prega per noi.
Tu, che con Maria quel giorno non comprendesti le sue parole:
prega per noi.
Tu, che di ritorno a Nazaret gli insegnavi il tuo mestiere di carpentiere:
prega per noi.
Tu, che lo vedevi crescere obbediente e sottomesso alla tua autorità:
prega per noi.
Tu, vero padre di un Figlio che non avevi generato, ma al quale hai dato il nome e hai reso grande:
prega per noi.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo
Com’era nel principio e ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen
Preghiera conclusiva a San Giuseppe
San Giuseppe, patrono della Chiesa, tu che accanto a Gesù, Figlio di Dio,
hai lavorato ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da lui la forza di vivere e di faticare;
Tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro;
Tu che ci sei d'esempio con tutta la tua persona, umile davanti agli uomini, ma grande davanti a Dio:
guarda all’immensa famiglia umana che ti è affidata.
Benedici la Chiesa, fa' che sia sempre fedele al Vangelo.
Proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana,
difendili dallo scoraggiamento, dai rischi e dalle conseguenze della disoccupazione,
dalle rivolte distruttive che non portano alcun buon risultato.
Prega per i poveri, che continuano in terra la povertà di Cristo,
suscita per loro la continua solidarietà dei fratelli più benestanti.
Per quella familiarità con Dio che la tua missione di custode della santa Famiglia ti ha assicurato,
ottieni per tutti la fine di questa pandemia che flagella il mondo
e il sincero desiderio di un’autentica conversione di mentalità e di comportamenti.
Promuovi la pace là dove regnano violenze e sopraffazioni,
custodiscila e rafforzala con la giustizia ovunque è minacciata,
quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli
e il pieno compimento delle speranze umane.
Per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della Santa Trinità.
Amen
(da una preghiera di San Paolo VI)
BENEDIZIONE
Per intercessione di san Giuseppe,
ci benedica e ci protegga Dio onnipotente,
il Padre + e il Figlio e lo Spirito Santo.
Amen
San Giuseppe, patrono della Chiesa, tu che accanto a Gesù, Figlio di Dio,
hai lavorato ogni giorno per guadagnare il pane, traendo da lui la forza di vivere e di faticare;
Tu che hai provato l’ansia del domani, l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro;
Tu che ci sei d'esempio con tutta la tua persona, umile davanti agli uomini, ma grande davanti a Dio:
guarda all’immensa famiglia umana che ti è affidata.
Benedici la Chiesa, fa' che sia sempre fedele al Vangelo.
Proteggi i lavoratori nella loro dura esistenza quotidiana,
difendili dallo scoraggiamento, dai rischi e dalle conseguenze della disoccupazione,
dalle rivolte distruttive che non portano alcun buon risultato.
Prega per i poveri, che continuano in terra la povertà di Cristo,
suscita per loro la continua solidarietà dei fratelli più benestanti.
Per quella familiarità con Dio che la tua missione di custode della santa Famiglia ti ha assicurato,
ottieni per tutti la fine di questa pandemia che flagella il mondo
e il sincero desiderio di un’autentica conversione di mentalità e di comportamenti.
Promuovi la pace là dove regnano violenze e sopraffazioni,
custodiscila e rafforzala con la giustizia ovunque è minacciata,
quella pace che sola può garantire lo sviluppo dei popoli
e il pieno compimento delle speranze umane.
Per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa, per la gloria della Santa Trinità.
Amen
(da una preghiera di San Paolo VI)
BENEDIZIONE
Per intercessione di san Giuseppe,
ci benedica e ci protegga Dio onnipotente,
il Padre + e il Figlio e lo Spirito Santo.
Amen
*
...ma San Giuseppe era uno Sposo giovane o anziano?
Le raffigurazioni moderne, come quella in apertura di questo link, lo rappresentano giovane, mentre quelle tradizionali lo raffigurano con i capelli bianchi, tanto che anzichè padre del Bambino che reca in braccio sembra suo …nonno. Perché mai? La risposta non si trova nei Vangeli di Matteo e di Luca (ai quali si rifanno anche le riflessioni di Papa Francesco), ma negli scritti apocrifi dei primi tempi del Cristianesimo e in particolare nel cosiddetto “Proto-vangelo di Giacomo”. Non è mai stato riconosciuto dalla Chiesa come autorevole, tuttavia è degno di considerazione per la sua antichità e per il fatto che, oltre a molti elementi leggendari, non è escluso che contenga anche qualche particolare storico.
In esso si racconta che Maria, poco tempo dopo la sua nascita, sarebbe stata affidata al Tempio, così da poter essere educata, sotto la guida dei sacerdoti, a diventare degna madre del Messia. Giunta in età da marito, i sacerdoti – dopo aver pregato Dio di indicare loro chi fosse degno di averla in sposa – avrebbero indetto una specie di gara tra i possibili “pretendenti”: costoro erano invitati a presentarsi al tempio tutti la stessa sera, recando un bastone sul quale doveva essere inciso il nome di ciascuno. Il proprietario del bastone che durante la notte fosse fiorito, sarebbe stato il prescelto da Dio a diventare lo sposo di Maria. Il bastone fiorito risultò essere quello di Giuseppe, il quale - già anziano, vedovo e padre di due figli – in tal modo apparve predestinato a sposare Maria. Suo compito non sarebbe stato quello di “genitore” (il bambino che Maria avrebbe dato alla luce veniva da Dio), ma di custode della Vergine sua Sposa e di padre di Gesù: infatti, nella cultura biblica, il ruolo del “padre” non consiste unicamente nel generare, ma soprattutto nel dare il nome al bimbo che nasce, e ciò significa: allevare, educare, proteggere e portare a maturità. In tal senso, Giuseppe è vero padre di Gesù.
Ecco perché in molte raffigurazioni tradizionali San Giuseppe è rappresentato anziano.
Quanto a quel bastone fiorito, spesso è stato trasformato in un giglio, simbolo di purezza, di quella castità che Papa Francesco presenta come libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. E al cui proposito afferma: Solo quando un amore è casto, è veramente amore.
Insomma, è pur vero che i vangeli apocrifi non hanno alcuna autorevolezza, ma qualcosa di essi è passato nella tradizione cristiana, e non si può negare che susciti la nostra rispettosa simpatia.
In esso si racconta che Maria, poco tempo dopo la sua nascita, sarebbe stata affidata al Tempio, così da poter essere educata, sotto la guida dei sacerdoti, a diventare degna madre del Messia. Giunta in età da marito, i sacerdoti – dopo aver pregato Dio di indicare loro chi fosse degno di averla in sposa – avrebbero indetto una specie di gara tra i possibili “pretendenti”: costoro erano invitati a presentarsi al tempio tutti la stessa sera, recando un bastone sul quale doveva essere inciso il nome di ciascuno. Il proprietario del bastone che durante la notte fosse fiorito, sarebbe stato il prescelto da Dio a diventare lo sposo di Maria. Il bastone fiorito risultò essere quello di Giuseppe, il quale - già anziano, vedovo e padre di due figli – in tal modo apparve predestinato a sposare Maria. Suo compito non sarebbe stato quello di “genitore” (il bambino che Maria avrebbe dato alla luce veniva da Dio), ma di custode della Vergine sua Sposa e di padre di Gesù: infatti, nella cultura biblica, il ruolo del “padre” non consiste unicamente nel generare, ma soprattutto nel dare il nome al bimbo che nasce, e ciò significa: allevare, educare, proteggere e portare a maturità. In tal senso, Giuseppe è vero padre di Gesù.
Ecco perché in molte raffigurazioni tradizionali San Giuseppe è rappresentato anziano.
Quanto a quel bastone fiorito, spesso è stato trasformato in un giglio, simbolo di purezza, di quella castità che Papa Francesco presenta come libertà dal possesso in tutti gli ambiti della vita. E al cui proposito afferma: Solo quando un amore è casto, è veramente amore.
Insomma, è pur vero che i vangeli apocrifi non hanno alcuna autorevolezza, ma qualcosa di essi è passato nella tradizione cristiana, e non si può negare che susciti la nostra rispettosa simpatia.